È morto Sean Connery, indimenticabile 007 con licenza di uccidere. E di sedurre il mondo (video)
È morto Sean Connery. E con lui se ne va tutto un mondo di grande cinema. Uno dei personaggi di celluloide più amati di sempre. Una maschera, la sua, inimitabile e intramontabile. Insomma, si spegne un micro-universo capace di miscelare magistralmente industria e arte, proprio come il grande attore scozzese, che si è spento a 90 anni. Un uomo, un interprete, che ha saputo mescolare alchemicamente fascino e talento. Maschera carismatica e sapienza attoriale. Doti innate e professionalità. Certo, dal set mancava ormai da 17 anni: da quando una malattia neurodegenerativa lo aveva costretto a ritirarsi dalle scene. Ma la sua presenza non è mai venuta meno. E non solo per le continue repliche in tv dei film della saga dell’agente 007. Ma, soprattutto, per il segno che Connery ha lasciato nella storia del cinema. Nel cuore dei suoi cultori. Nelle reincarnazioni del suo mito, per quanto bravi giovani attori, mai all’altezza dell’archetipo da leggenda.
È morto Sean Connery: il cinema in lutto
Un uomo, un mito, Sean Connery. Capace come pochi altri di giocare con le corde dell’ironia e della commozione. Di districarsi tra toni drammatici e atmosfere da commedie. Di sopravvivere al peso spettacolare e all’ingombro creato nell’immaginario collettivo dal suo James Bond, indimenticabile 007 con licenza di uccidere e facoltà di sedurre: il mondo. Una maschera, la sua, forgiata sulla mimica facciale acquisita col mestiere. Corroborata da un naturale sex appeal e maturata nel tempo da un successo planetario che ha resistito all’usura delle stagioni cinefile e alle cicliche epopee modaiole. Così come i suoi film, acclamati in sala e applauditi dalla critica, che hanno reso immortale il grande Sean Connery che, sotto la muta, indossa lo smoking. Sempre pronto a degustare con la bond girl di turno un cocktail Martini: rigorosamente miscelato, non shakerato. Fedele sempre a un personaggio: il suo.
Indimenticabile 007 e non solo…
Nella sua galleria di successi, allora, titoli come Licenza di uccidere, Dalla Russia con amore, Goldfinger, Thunderball operazione tuono, Si vive solo due volte, sono i fiori all’occhiello della personale collezione di trionfi. Ma anche i titoli di pregio al centro di importanti capitoli della storia del cinema che, senza di lui, non sarebbe stata la stessa. E che l’attore scozzese ha contribuito a scrivere, marchiando a caratteri di fuoco diversi generi: dalle spy story al cinema d’avventura in genere. E allora, memorabile nel ruolo del papà di Indiana Jones nel terzo episodio della saga firmata Steven Spielberg. Spettacolare in Caccia a Ottobre Rosso, Highlander-L’ultimo immortale. Perfettamente calato nelle atmosfere cupe e austere de Il nome della rosa.
Ma un mito non muore mai
Così come non ha mancato di personalizzare ad arte il ritratto da lui reso con misura e profondità di accenti in The Untouchables-Gli intoccabili, accanto a Kevin Costner e Robert De Niro, diretto da Brian De Palma. Film che gli vale l’unico Oscar della carriera, come miglior attore non protagonista. Una carriera la sua costellata di successi e riconoscimenti, che sarebbe impossibile riferire senza correre il rischio di tralasciarne qualcuno. Basterà però ricordare la statuetta dell’Academy ricevuta appunto a Hollywood nel 1988, 2 Bafta e 3 Golden Globe. Ma forse, il titolo che più ha apprezzato con orgoglio è quello con cui la Regina Elisabetta II lo ha nominato cavaliere all’Holyrood Palace nel 2000. Inaugurando una seconda giovinezza, maturata come solo i migliori vini, nel tempo. Festeggiata ancora lo scorso agosto, quando Sean Connery ha spento le 90 candeline per il suo ultimo compleanno. Per lui oggi, niente eredi sulla scena: solo tanti appassionati di cinema un po’ più soli. Rimasti proseliti di un rito che non si esaurirà certo con l’addio all’attore. Perché un mito non muore mai.
In basso una sequenza tratta dal film 007 Licenza di uccidere, del 1962, diretto da Terence Young: estratto video da Youtube