Immigrato urla “vaffa” ai poliziotti: assolto. La protesta degli agenti: «Oltrepassato ogni limite»
Urlare “vaffa” ai poliziotti non è reato. Assolto perché il fatto non sussiste un marocchino di 32 anni, accusato di oltraggio e minaccia a pubblico ufficiale. Una sentenza che fa discutere e fa esplodere la rabbia degli uomini in divisa. Che non ci stanno, perché gli agenti non hanno tutele e hanno le mani legati a causa di scelte politiche dettate da un buonismo ipocrita.
Il “vaffa” ai poliziotti, che cosa è accaduto
Nel 2018 un marocchino, all’esterno di un locale, aveva lanciato un insulto a una pattuglia della Volante di passaggio. Gli agenti lo avevano portato in Questura per identificarlo. Lì il marocchino aveva protestato. L’avvocato Gabriele Pipicelli ha sostenuto che l’espressione fosse in quel contesto al più maleducata e volgare, ricordando la canzone di Marco Masini e il V-day di Beppe Grillo.
La rabbia delle forze dell’ordine
«Dire “vaffa” ai poliziotti di una volante non è reato. Arriva da Verbania l’ennesima sentenza che assolve chi oltraggia le Forze dell’ordine. Una sentenza preoccupante. Anche per questo il 14 ottobre prossimo saremo tutti in piazza per protesta». Lo scrive in una nota Stefano Paoloni, segretario generale del Sindacato Autonomo di Polizia.
«Ecco perché perdiamo autorevolezza»
«Ecco il motivo per cui la nostra divisa col passare del tempo sta perdendo sempre più autorevolezza», spiega Paoloni. «Sentenze come questa legittimano chi continua a gettare spregio sugli operatori della sicurezza. Ed è per motivi come questi che il prossimo 14 ottobre – assieme a Polizia Penitenziaria, Carabinieri, Guardia di Finanza e Vigili del Fuoco – scenderemo in piazza per una manifestazione nazionale di protesta».
“Vaffa” ai poliziotti, «sentenza inaccettabile»
Vogliamo rivendicare tutele che non abbiamo. Lasciare impunita una tale condotta rappresenta un altro passo che legittima tutti coloro che aggrediscono gli uomini e le donne della Forze dell’ordine. Quasi otto aggressioni al giorno, una ogni tre ore. Non punire certe condotte non potrà far altro che stimolare ulteriormente questa tendenza».
È ora che anche le forze dell’ordine alzino la voce contro questo governo che non li tutela e li manda al macello.