La Casellati striglia Conte: “Basta con il ricorso esagerato ai Dpcm. Così si ferisce la democrazia”
Proroga dello stato di emergenza, scuola al collasso, lavoro in ginocchio. “Il governo si assuma le sue responsabilità. E non scavalchi il Parlamento”. La dura reprimenda all’esecutivo giallorosso arriva dalla seconda carica dello Stato, Elisabetta Casellati. Intervenuta a un evento sulla scuola, affronta tutti i temi caldi dell’agenda politica. A cominciare dalla proroga dello stato di emergenza al 31 gennaio. Che esautora il Parlamento con l’utilizzo smisurato dei dpcm.
Casellati: basta con la decretazione d’urgenza
Il Paese può vincere le sfide che lo attendono “se governo e Parlamento sapranno fare la loro parte. E’ però necessario che ciò avvenga nel rispetto delle reciproche prerogative. E dei ruoli che la Costituzione affida a ciascuno”. La presidente del Senato ricorda che il Parlamento è l’interlocutore primo e insostituibile del governo.
E’ una questione di metodo democratico
“Una questione di metodo democratico”, aggiunge con toni severi. “Su cui pesa, certamente, l’avere gestito tutte le fasi dell’emergenza con un ricorso esagerato a Dpcm. Emanati senza preventiva consultazione con un voto del Parlamento. Ma su cui grava, soprattutto, il ricorso troppo frequente a decreti-legge omnibus. Per di più blindati dal governo con il voto di fiducia. Sui quali un ramo del Parlamento finisce per non toccar palla”. In questo modo, denuncia la Casellati, “viene meno la democrazia parlamentare. E cioè l’equilibrio tra il principio della sovranità popolare e la responsabilità dell’azione di governo”.
Sulla scuola il governo non deleghi a presidi e famiglie
Non è più tenera con i ritardi del pianeta scuola. “I giovani, che sono stati gli invisibili della pandemia, devono essere una priorità per costruire il nostro futuro. Tanti sono gli interventi indifferibili”, dice. E traccia una fotografia realistica dell’attualità tra cattedre vuote, turni impossibili, banchi promessi e mai consegnati. A dispetto dell’ottimismo dispensato a piene mani dalla ministra Azzolina. “Penso alla scuola, alle incertezze che ne accompagnano la riapertura. Classi itineranti, orari variabili nel corso della settimana, didattica alternata, ora in presenza, ora a distanza, stanno creando non poche difficoltà. Il governo si faccia carico delle proprie responsabilità“.
Scuola, il governo faccia il suo dovere
Il messaggio è chiaro. “Non deleghi ai presidi o alle famiglie. Con il rischio di creare inaccettabili discriminazioni tra studenti di serie A e studenti di serie B. Si deve investire seriamente nella scuola reale. Che è fatta di aule, di relazioni. Di interazione, di confronto. E di dialogo quotidiano tra studenti e docenti. Diversamente, le ricadute sulle famiglie. E in particolare sulle donne sarebbero devastanti”.
“Serve lavoro. Non assistenzialismo”
Non fa sconti all’esecutivo neppure sul terreno minato dell’economia e del lavoro. “Abbiamo bisogno subito di interventi fiscali ed economici importanti. Di mettere soldi in tasca agli italiani. Di lavoro. Non di misure assistenziali. O di legislazioni dell’emergenza”. Un attacco alla filosofia grillina del reddito di cittadinanza. “Creare posti di lavoro significa produrre ricchezza. Stimolare i consumi e rimettere in moto la produttività. Abbiamo bisogno di eliminare la burocrazia. Che soffoca gli investimenti. E mortifica l’iniziativa di tanti cittadini. Genova è sicuramente il modello da cui trarre ispirazione”.
Il Parlamento decisivo sul recovery plan
L’ultimo avvertimento al governo riguarda il recovery plan. Anche qui non può agire in piena solitudine. “L’Italia è chiamata a predisporre e attuare un progetto di riforme. Importanti e strutturali. È il Parlamento che dovrà offrire al governo linee di indirizzo vincolanti. Per ricostruire il Paese”.
La proroga dello stato di emergenza viene adottata con un decreto legge che poi il parlamento approva (o viene obbligato ad approvare con il voto di fiducia). Non dimentichiamo che una legge, per essere definitivamente in vigore, ha bisogno della firma del Presidente della Repubblica. Mattarella non e’ obbligato da nessuno a firmare : puo’ rinviare la legge alle camere con delle osservazioni. E’ ora che Mattarella si svegli e obblighi conte (volutamente scritto senza maiuscola) a non porre la fiducia e a non esautorare il parlamento !!!
Con la scusa del Covid si perpetua lo stato demrgenza che serve ad imporre norme e leggi baipassando il Parlamento e gli eventuali dissensi; questo è dittatura a casa mia e si impongono decisioni giacobine prese in segreto e all’ultimo momento per evitare critiche e colpire libertà personali e i beni privati.
Il Covid è stata un’occasione per attuare, su modello cinese, una dittatura per ora soft. Si è instillata la paura per una malattia che ha fatto morti per errori medici e che ora è curabile e che provoca decessi in persone deboli come una comune influenza. I 20 o 30 morti del Covid non sono nulla di fronte ai 200 per complicanze del diabete o ai 300 per tumori e problemi cardiovascolari. Ci sono di norma 20 decessial giorno per polmoniti comuni che ora vengono attribuiti al Covid.
Contare i positivi asintomatici non ha senso se non per spaventare perché l’asintommatico non è un malato, ma uno che è entrato in contatto col virus e ha sconfitto la malattia, perciò non è vero che è contagioso.
Ora la finta scienza di regime si è sostituita alla religione medievale per istillare paura negli italiani che ignorano i fatti, cioè sono ignoranti sulla reale situazione e sui virus, e togliere loro le più elementari libertà.
L’ignoranza sui fatti è alimentata dalla disinformazione dei mezzi di comunicazione. Sono stati contattati i media e sono stati dati consigli dal governo su come comportarsi cosa non diere e cosa enfatizzare.
Ultima trovata alla cinese è l’App Immuni che serve solo a controllare la gente e servirà a porre le basi come in Cina al certificato penale telematico a punti aggiornato con telecamere anche se si attraversa la strada con il rosso.
Italiani pecore, svegliatevi!
Il Bis Conte si atteggia a Salazar. Nel 1931 il Primo Ministro Portoghese instaurò una dittatura personale. Ma da noi chi lo tiene in piedi sono i cosiddetti “Democratici”. Ci spieghino i Compagni come conciliano l’essere democratici con i colpi di mano del nostra Salazar in sedicesimo!!!!