Palamara: «Pago per tutti ma non ho peccato solo io. Per anni le toghe si sono spartite le nomine»

11 Ott 2020 9:47 - di Liliana Giobbi
Palamara

«Sono stato il rappresentante delle correnti giudiziarie, eletto dai magistrati». Luca Palamara, l’ex membro del Consiglio superiore della magistratura, radiato dall’Ordine, si difende a Tgcom24. «Io facevo parte del meccanismo degli accordi, da cui è uscita la nomina del procuratore di Roma. Le correnti della magistratura si sono spartite le nomine per anni. Sono stato il primo peccatore? Sì, ma non sono il solo».

Palamara e gli accordi con la sinistra

Nel suo intervento a Tgcom24, Palamara ha ribadito quanto già dichiarato nella conferenza stampa che l’ex pm ha tenuto nella sede del Partito Radicale. «I miei accordi, da presidente Anm prima e da consigliere Csm poi, sono stati prevalentemente con la parte di sinistra della magistratura. Quando mi sono spostato più a destra, con Magistratura indipendente, sono venuti fuori i problemi».

La famosa cena del 9 maggio

«Al momento pago io per tutti», ha aggiunto Palamara. «Ma con i ricorsi si chiarirà che non devo pagare. Infatti ora c’è l’interesse pubblico a capire come sono andate le cose per la nomina del procuratore di Roma. Cosa è successo prima e dopo la famosa cena del 9 maggio verrà chiarito».

Palamara e “Giustizia giusta”

«Ho inteso aderire all’iniziativa “Giustizia giusta” del Partito Radicale perché mi sono sempre occupato dei rapporti tra politica e magistratura. È un mio dovere ripercorrere il passato con documenti, fatti e conversazioni anche per far emergere la verità sia sui rapporti tra le correnti della magistrature sia per evidenziare come le nomine hanno avuto poi un diretto impatto sui processi», ha concluso Palamara.

Aimi: «Hanno trovato il capro espiatorio»

«Ho una certa vocazione a schierarmi istintivamente dalla parte dei perdenti. Soprattutto quando, dopo la sconfitta, si trasformano nell’unico “capro espiatorio”. Ora il vinto è Palamara, radiato dalla magistratura. Nella “storia scritta dai vincitori” della Corporazione più potente d’Italia nessuna autocritica. Solo la “fucilazione alla schiena” dell’ex potente e borioso magistrato. Giustizia è fatta, pensa qualcuno. Troppo facile». L’ha dichiarato in una nota il senatore di Forza Italia Enrico Aimi, capogruppo in commissione Affari Esteri di Palazzo Madama.

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