Rampelli al sit-in delle forze dell’ordine: «Basta aggressioni. Chi porta la divisa è un esempio da seguire»
Rampelli sta con le forze dell’ordine. E lo dimostra, una volta di più, esprimendo solidarietà con gli agenti che si sono dati appuntamento questa mattina per un sit-in nella capitale, per dire «Basta aggressioni agli uomini in divisa». Il grido di denuncia si alza forte e chiaro in Piazza del Popolo, a Roma, dove questa mattina agenti e uomini in divisa di ogni ordine e grado, si sono radunati per manifestare. Un sit-in organizzato congiuntamente da più sigle sindacali, il Sap, Sindacato autonomo di polizia, in testa. Ma anche il Sappe della Polizia Penitenziaria, il Simcc per i Carabinieri, il Simgdf per la Guardia di Finanza, l’Fsp Polizia di Stato, il LeS Polizia e al Conapo dei Vigili del fuoco. A loro, la solidarietà del vicepresidente della Camera di fratelli d’Italia, Fabio Rampelli.
Rampelli al sit-in delle forze dell’Ordine
L’esponente di Fdi ha aggiunto la sua voce e la sua solidarietà in sostegno agli uomini in divisa, in servizio permanente ed effettivo. A costo della loro stessa incolumità. E troppo spesso vittime di oltraggi e violenze. «Da sempre siamo al fianco di chi difende tutti i giorni lo Stato italiano», ha dichiarato poco fa il vicepresidente della Camera e deputato di Fdi, intervenendo a Piazza del Popolo alla manifestazione nazionale. Quindi ha proseguito: «Chi porta una divisa è per noi un esempio da seguire. Perché più delle prediche, sono gli esempi che modificano alcuni atteggiamenti sbagliati di cui la società oggi si sta macchiando. Ribadiamo il nostro sostegno agli agenti colpiti sui luoghi di lavoro e nelle carceri, con aggressioni e violenze», ha ribadito Rampelli.
«Basta aggressioni: la sfida è far rinascere il senso dello Stato»
Sottolineando peraltro come, esecrabilmente, questi «episodi siano in aumento negli ultimi anni. La sfida che tutti dobbiamo accogliere – ha quindi aggiunto Rampelli – è quella di lavorare insieme per far rinascere il senso delle Istituzioni e dello Stato. Anche attraverso politiche contrattuali dignitose, che possano stabilire una netta gerarchia tra chi non fa niente, e percepisce il reddito di cittadinanza, e chi in strada svolge un lavoro rischioso per difendere i cittadini». Una sottolineatura eloquente, quella di Rampelli. Doverosa. E più che mai condivisibile.