Renato Zero affossa il governo: «Uno scandalo, è arrivato impreparato alla seconda ondata»

30 Ott 2020 12:47 - di Mia Fenice
Renato Zero

«Noi italiani abbiamo dimostrato col Covid di essere all’altezza di comprenderne la gravità e assumerci le nostre responsabilità, cambiando quasi totalmente le nostre abitudini, a discapito di una libertà che pensavamo di avere conquistato definitivamente. E invece ce la siamo vista a scippare da un virus, e dal fatto che non ci siamo preparati a prevenirlo. Oggi è scandaloso che il governo non sia stato in grado di prepararsi a questa seconda ondata, con efficacia definitiva e tangibile verso i lavoratori». Renato Zero commenta l’attuale situazione italiana relativa alla pandemia e sferra un duro attacco contro il governo.

Renato Zero: «I governi dovrebbero prepararsi»

«I governi – spiega l’artista – dovrebbero prepararsi a queste evenienze. In passato non eravamo in grado di approntare una difesa massiccia e adeguata, oggi sì». «L’avere fiducia nella politica viene meno quando i risultati sono che se non avessimo pagato le nostre tasse avremmo passato un brutto quarto d’ora, ma quando si tratta di ricevere le quote della cassa integrazione, passano dei mesi e forse quei danari non arriveranno mai. Questo lo trovo gravissimo e offensivo», affonda Zero, che commenta anche le chiusure disposte dal nuovo dpcm. Criticando la scelta di penalizzare bar, ristoranti, teatri e concerti.

Renato Zero contrario alla chiusura di ristoranti e teatri

«Sul fatto dei ristoranti, mi viene da pormi un quesito. Andare al ristorante alle 13 è meno pericoloso che andare alle 20? Perché? Ho tanti amici ristoratori, e a pranzo non ci va nessuno al ristorante. Con lo smart working la gente consuma il pasto fugace dove si trova. La funzione del ristorante è per lo più serale. Se invece che far chiudere alle 18 avessero permesso ai ristoratori di usufruire della cena, molti non si sarebbero lamentati, né avrebbero chiuso i battenti. Qual è la differenza? Me lo deve spiegare qualcuno», sbotta Renato.

E sulle chiusure di teatri, non la manda a dire: «Ci vuole il piatto di pasta, ma l’arte è il cibo dell’anima. La musica dà da mangiare, in un modo diverso ma ci nutre. Chi ancora oggi dice che la cultura non dà da mangiare è uno stronzo, un incapace e forse non è nemmeno un buon italiano», conclude.

«Il terrorismo non mi piace»

Poi intervistato dai giornalisti in occasione dell’uscita del secondo volume di Zerosettanta, la trilogia cominciata il 30 settembre racconta come vive in questo drammatico momento di pandemia. «Come sto affrontando la pandemia? Io scendo volentieri in strada con la mascherina. Incontro la gente, ho bisogno del saluto, di non tralasciare gli amici e le mie frequentazioni prendendo ovviamente tutte le precauzioni del caso. Ma il terrorismo a me non piace e non voglio esserne vittima. Consiglio a tutti di mantenere molto saldi rapporti col mondo esterno – aggiunge l’artista 0 e di fare il possibile per non passare dalla tazzina di caffè al Tavor, perché quello lo trovo molto pericoloso».

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