“Segnalate le feste private”: Speranza invita a fare la spia e sui social lo massacrano
La norma che vieta le feste private ancora non c’è, ma il ministro della Salute Roberto Speranza è riuscito comunque a sollevare un vespaio sul tema, parlando a Che tempo che fa di “segnalazioni” che potranno supplire all’impossibilità delle istituzioni e delle forze dell’ordine di entrare nelle case della gente. Insomma, invitando in diretta tv alla delazione. Un’idea che ha suscitato un certo disappunto, tanto che oggi monopolizza i social con ben cinque hashtag di tendenza su Twitter.
L’ironia social su Speranza e feste private
Si va dagli essenziali #festeprivate e #Speranza, all’esplicito #delazione, fino allo storico #Stasi e al creativo #cinesegnalazione, con il quale gli utenti scelgono titoli e scene di film e li adattano alla circostanza oggetto di dibattito social. Ancora una volta, insomma, il governo offre il volto di un dilettante allo sbaraglio di fronte a una crisi senza precedenti. E puntualmente finisce bastonato da un’opinione pubblica che, per quanto spaesata, appare spesso più lucida di chi dovrebbe guidarla.
“Pronto? Sono un delatore”
Moltissimi sono i commenti ironici, tanti dei quali smascherano l’improvvisazione e l’ipocrisia giallorosse. “Pronto? Sono un delatore. Dica. Vorrei denunciare una festa privata. Sono almeno 60 persone, assembrate. Alcune senza mascherine. E non sono nemmeno parenti. Dove? Sul 7 sbarrato, corsa delle 8.15. Fate presto”, è il dialogo immaginario postato dal profilo Mangino Brioches, che ha oltre 41mila follower. Sullo stesso tema anche un post di Selvaggia Lucarelli che, pubblicando una foto della metro B di Roma, ha scritto: ”Possiamo pure intervenire su assembramenti fuori dai locali e vietare il calcetto, ma questa inevitabilmente resta la situazione (per dire) sulla metro”.
Speranza le prende da destra e da sinistra
Altri la prendono più sul serio e ricordano che “ci mancava solo l’istigazione alla delazione da parte di un ministro. Il regime è completo“. Qualcuno ricorda che “al governo più rosso di sempre mancava un tocco di Ddr“, mentre qualcun altro si domanda se Speranza sia “più cog…e o fascista”. Qualcuno si spinge a dargli del “nazi”, ma in assoluto l’etichetta che va per la maggiore è quella di sovietico, tanto che nei topic trend balza #stasi.
Le troppe risposte sbagliate del governo
“Speranza è in tendenza su twitter con Stasi. Operazione simpatia perfettamente riuscita“, ironizza un utente, mentre altri difendono la richiesta del governo di limitare i contatti anche nel privato. Il punto, però, grazie a Speranza, non è nemmeno più l’opportunità della misura, ma la mentalità del governo che traspare proprio dal modo di comunicarla. “La risposta giusta sarebbe stata: confido nel buon senso degli italiani”, ha fatto notare più d’uno, mentre tra i meme cinematografici si segnala uno Speranza in versione Gep Gambardella che dice: “Ma io non volevo essere semplicemente un ministro. Io non volevo solo partecipare alle feste. Volevo avere il potere di farle fallire”.
Una voce per tutte: “Almeno non trattateci da deficienti”
“Ho scaricato Immuni il primo giorno che é uscita. Uso la mascherina. Rispetto distanziamento. Igienizzo mani. Convivo rispettando regole. Ma questa mi è sembrata proprio fuori luogo. Non trattateci come deficienti“, è quindi la richiesta dell’autrice del post.
Ma veramente questo signore è un ministro della Repubblica Italiana?
Forse ci ha preso un po’ per deficienti come se non fossimo in grado di valutare la gravità della situazione quello che non riescono a capire quello che ci governano.
Avessero almeno una linea comune. sarebbero da encomiare: ma dalle parole e dai fatti portati avanti, mi sembrano in po’ sbandati anche perché non esprimono una linea comune