Senaldi: «Il governo ha perso tempo, ha sprecato mesi e se la prende con le persone sbagliate»
Il governo ha perso troppo tempo ed è arrivato impreparato alla seconda ondata di coronavirus. Se ne parla a L’aria che tira, il programma di Myrta Merlino su La7, dove ospite in collegamento c’è Pietro Senaldi. Il direttore di Libero dice di condividere il fondo del Corriere della Sera in cui al governo vengono imputati questi ritardi. «Cosa rimproveriamo al governo? Non il dpcm, ma di aver perso tre mesi – premette Senaldi – Noi siamo in una situazione migliore perché abbiamo fatto in primavera il lockdown più lungo e severo d’Europa, questo ci ha consentito di guadagnare tempo per la seconda ondata. Ma questo tempo lo abbiamo sprecato. Ci siamo procurati un vantaggio a spese dell’economia e della nostra salute psichica, ma non lo abbiamo ottimizzato. Non toccava a noi farlo: non prendiamocela con i pochi, pochissimi, italiani che sono andati a ballare in Sardegna. Toccava farlo al governo», continua Senaldi.
Senaldi sui contagi
Poi parla dei contagi. In trasmissione ci sono le testimonianze di chi ha contratto il virus e di chi è in attesa di avere conferme. «Anche se la stragrande maggioranza dei contagi non è gravissima però è chiaro che più gente si contagia più si mette sotto pressione il sistema sanitario. L’attore napoletano – dice ancora Senaldi – è stato isolato per 26 giorni ma almeno era positivo. La ragazza di Bologna resterà a casa senza essere positiva. Semplicemente perché lo stato non è in grado di farle un tampone. Poi le aziende si paralizzano anche per questo alla fine. Se noi lasciamo a casa anche chi sta bene perché non siamo in grado di certificare che sta bene allora il Paese comincia ad andare in difficoltà».
Il fondo del Corriere della Sera
Durissimo l’editoriale di Gian Antonio Stella sul Corriere. «Erano mesi che… l’ondata di ritorno (la definizione testuale finì nell’archivio dell’Ansa l’11 marzo) sarebbe arrivata. Eppure, come ricordava ieri Pierluigi Battista, tantissime cose che si sarebbero potute fare dalla fine del lockdown ad oggi non sono state fatte. Rinviate. Lasciate lì, in sospeso. A volte mai avviate».