Zangrillo fulmina Galli: «Un ex-sessantottino: e se ne vanta pure. Mi denunci e finiamola qui» (video)
Zangrillo contro Galli: rissa a distanza in tv. Dome mesi di sfilate di virologi in tv, ora è rissa. Del resto, era quasi inevitabile: tante personalità a confronto, spesso attestati su posizioni a dir poco divergenti, non potevano che arrivare allo scontro. E scontro è stato: in diretta dallo studio de L’aria che tira, il programma in onda su La7, condotto in tandem da David Parenzo e Myrta Merlino.
Zangrillo contro Galli: rissa a distanza in tv
La tensione corre sui media da settimane. Con un esperto, nello specifico il professor Galli, ospite a sua volta in collegamento, e tornato sempre da La 7 ja ribadire la necessità di misure più restrittive, motivate dal drammatico andamento dell’epidemia registrato anche negli ultimi giorni. e tratteggiato scenari catastrofici sull’andamento del coronavirus. Galli, per inciso, ultimamente ha anche ulteriormente inasprito le sue posizioni, rilanciando, ancora stamattina, l’idea della necessità di agire tempestivamente, «anche a costo di fare ulteriore danno all’economia». Una tesi bocciata e rispedita al mittente dal collega del San Raffaele, Alberto Zangrillo.
Zangrillo si toglie qualche sassolino dalla scarpa
Il quale, in diretta dal talk condotto da remoto dalla Merlino e in studio da David Parenzo, replica picchiando durissimo. Prima dicendo: «Credo che sia apprezzabile una gradualità d’intervento che consenta al Cts di prendere misure coerenti e proporzionate alla realtà che stiamo attraversando – premette – Zangrillo. Quelli che sono più ottimisti. Che hanno dimostrato meno enfatizzazione in termine catastrofista, sono coloro che hanno un contatto più diretto con la realtà clinica». E qui, il prof assesta una prima bordata. Poi, non contento, a stretto giro aggiunge anche più seccamente: «Va detto, inoltre, che quello che noi stiamo vivendo e narrando è qualcosa che appartiene non solo all’Italia, ma all’Europa e al mondo. L’importante, allora, è affrontarlo in modo tranquillo, organizzato e responsabile».
Il collega Galli? «Un ex-sessantottino: e se ne vanta pure»
L’aria che tira è più che surriscaldata. E infatti, di lì a poco, il medico del San Raffaele prosegue: «Tutti noi stiamo facendo del nostro meglio cooperando con le regioni di riferimento per mantenere una situazione che, per quanto di pressione, deve rimanere sotto controllo. Detto questo, per quanto concerne la mia persona e quello che è stato detto ieri sul mio conto, a me dispiace. Noto però che il professor Galli trova sempre tempo e modo di accusarmi velatamente, e nemmeno troppo velatamente… Io questo tempo non lo trovo. E anzi, ho sempre cercato di essere rispettoso nei suoi confronti». A questo punto, però inverte la rotta, quantomeno dal punto di vista dialettico.
«Galli può risolvere il suo problema: Mi denunci e finiamola»
E dà al collega un consiglio “polemico”: «Questo accusare senza mai fare chiaramente il nome – tuona Zangrillo contro Galli – è probabilmente figlio della sua antica militanza sessantottina di cui lui si fa vanto. Il nemico veniva additato, senza nominarlo. Ma il professor Galli ha un modo molto semplice di risolvere il suo problema: fa una denuncia contro di me alla Procura della Repubblica, e la finiamo qua»… Poi dopo la guerra – almeno quella annunciata di querele e marche bollate – sul tema epidemia Zangrillo prova a tratteggiare uno scenario meno bellicoso di altri. E aggiornando sulla situazione dal suo osservatorio, dichiara: «I ricoveri in terapia intensiva sono una netta minoranza. Il 65% delle persone che si presentano nei nostri Pronto Soccorsi viene dimesso entro le 9 ore».
Ogni riferimento è puramente casuale?
La conclusione, infine, non può che essere esplosiva e riaccendere la micca della discussione. «Forse la mia età non più verde – chiosa Zangrillo – mi permette di raccontare la verità senza eccedere né nell’ottimismo né nel catastrofismo. La realtà che osservo è quella di una situazione ben gestita dalle regioni di riferimento in cui si sarebbe potuto fare meglio e di più sul territorio». E ogni riferimento al ruolo del collega con cui sta duellando in tv è da considerarsi puramente casuale. Oppure no?