
Azzolina tenta di svignarsela: «Fuori dalla scuola non so se si rispettano le regole»
Cerca di uscirne per il rotto della cuffia, Lucia Azzolina. A Radio Anch’io affronta il tema della scuola con slogan e frasi fatte. Afferma cose che dicono e sanno tutti. L’unica differenza è che lei è il minisitro dell’Istruzione. E quindi è lei che avrebbe dovuto preparare il terreno per far tornare gli alunni in classe senza rischi. Invece ha parlato per mesi solo dei banchi a rotelle, non pensando assolutamente a tutto il resto. E ora tenta di svignarsela dicendo di non sapere quello che accade fuori dagli istituti.
Azzolina e il disastro psicologico
«Bisogna considerare anche i rischi derivanti dalla chiusura delle scuole. Io sono convintissima che noi rischiamo un disastro dal punto di vista psicologico, dello sviluppo formativo, sociologico, educativo di un bambino». Di questo non è convinta lei, ma è un elemento risaputo. Quindi le sue parole andrebbero rispedite al mittente. «In questo momento gran parte della comunità scientifica ha più volte affermato che i rischi nella scuola sono veramente minimi. E sono molto calcolati». Questo, «grazie al lavoro che è stato fatto dalla nostra comunità scolasticas».
Alle elementari dietro lo schermo? No
«Un bambino che in questo momento in Campania o in altre regioni deve imparare a leggere e a scrivere in prima elementare non può farlo semplicemente da dietro uno schermo. Dobbiamo essere prudenti», continua la Azzolina. «Ma ricordandoci che i ragazzi hanno diritto a un pezzo di normalità della loro vita».
La sceneggiata sul “fuori scuola”
«A scuola ci sono regole molto rigide», aggiunge la Azzolina. «Stare a scuola significa sicuramente stare in un luogo molto protetto dove le regole vengono rispettate. Fuori dalla scuola non so quanto questo accada».
Azzolina e i test rapidi
«Come ministero dell’Istruzione noi da metà agosto abbiamo chiesto test rapidi. Adesso so che il commissario Arcuri ne ha comprati 13 milioni. È importante fare test rapidi nelle scuole, velocizzare le procedure. Perché questo significa evitare di mandare in quarantena intere classi. La scuola è un formidabile strumento di tracciamento».