Burioni: «Non confondete raffreddore e influenza, non sono uguali. Ecco come dovete curarvi»
«Molti pensano che raffreddore e influenza siano la stessa cosa. Ma non è così e qui proviamo a fare chiarezza una volta per tutte. Il raffreddore, che nulla ha a che vedere con l’influenza, è causato spesso (40% dei casi), da dei virus chiamati rhinovirus (dalla parola greca ῥίς ῥινός, rinos, naso)». Questi virus «hanno alcune caratteristiche molto particolari. E siccome uno di loro mi sta facendo penare, ho deciso di raccontarvelo». Lo afferma il virologo Roberto Burioni in un focus su Medical Facts.
Burioni: come curare il raffreddore
Ma come curarsi? «Contro il raffreddore, ahimè, non abbiamo cure specifiche. Si possono usare antipiretici (il paracetamolo, per esempio), l’aspirina, i vasocostrittori (spray o compresse), che aiutano a respirare meglio (ma non abusatene). E anche farmaci che attenuano i sintomi, come gli antistaminici», dice ancora Burioni. «Riguardo a questi ultimi attenti, perché funzionano bene, ma inducono sonnolenza. Nessun problema se state a casa a guarire (come vi consiglio)». Però «evitateli se dovete guidare o fare altro che richieda attenzione. Come ho appena detto, la cosa migliore è riposarsi un paio di giorni, che consentono di superare la fase più acuta e stare decisamente meglio».
Il raffreddore e il rinovirus
«I rinovirus in generale causano sindromi poco gravi», spiega l’esperto. «Però sono parenti strettissimi di virus ben più minacciosi, come quello della poliomielite. Hanno una piccola differenza, che ne modifica completamente il rapporto con l’ospite. Infatti il virus della poliomielite ha un macchinario per la replicazione del virus che funziona in maniera ottimale a 38 gradi. Il rinovirus ha invece un macchinario che funziona a temperature ben inferiori. Dove ci sono queste temperature inferiori? Nel naso. Perché?».
Il naso e il percorso dell’aria
«Pensiamo un attimo a cosa serve il nostro naso», continua Burioni. «Serve, tra l’altro, a riscaldare l’aria che respiriamo. Il naso obbliga l’aria a compiere un percorso tortuoso tra zone nelle quali circola moltissimo sangue. Ce lo ricordiamo quando a causa di una botta il nostro naso inizia a sanguinare molto copiosamente. Durante il percorso la mucosa nasale cede calore all’aria che passa. In questo modo l’aria si riscalda, ma ovviamente la mucosa si raffredda. Ecco che in quel tessuto più freddo si può replicare allegramente il rinovirus».