Covid, i consigli di Crisanti: «Prolungare gli orari dei negozi, scaglionare gli ingressi»
Covid, Crisanti detta le regole. Visto come siamo “conciati per le feste” – è proprio il caso di dirlo – ma non solo in vista del Natale, il virologo segnala alcuni accorgimenti utili per contenere i contagi. Insomma, bando a proclami, allarmi e rassicurazioni, il docente di Microbilogia all’Università di Padova, in una intervista a Repubblica stila una sorta di decalogo utile in primis al governo, e in seconda battuta alla cittadinanza. Ecco cosa possiamo fare per evitare di incappare nella morsa del virus che attanaglia il Paese interno, zone rosse e non.
Covid, le regole di Crisanti. Non solo per le feste
Crisanti parte da una considerazione che va nella direzione opposta di quella battuta finora della demonizzazione del Natale e delle riunioni familiari per le feste. E il ritorno a un mood più “spiriturale” per vivere il 25 dicembre, ostentato dal premier Conte intento a giustificare chiusure e restrizioni, non c’entra nulla. Niente scuse o giri di parole, insomma. Per il virologo veneto, «piuttosto che riaprire per Natale», visto «che la situazione è così malmessa», meglio «consigliare l’opposto: approfittare delle ferie di fine anno per chiudere tutto in quelle due settimane. E cercare di fermare il contagio. Ma capisco che bisogna tener conto delle esigenze dell’economia». E allora, come trovare la quadra?
Ne saremo fuori a «fine del ’21. Inizio del 22»…
Semplice: suggerendo al governo in panne come fare. Magari andando anche nella direzione opposta a quella indicata dall’esecutivo con le riaperture a largo raggio o col lockdown tout court. E così, dalle colonne di Repubblica, Andrea Crisanti spiega a tutti e suggerisce a Palazzo Chigi, in particolare: «Fate qualcosa: prolungate gli orari di apertura dei negozi. Scaglionate gli ingressi. Evitate in tutti i modi gli assembramenti, a casa e fuori». Il tema, spiega il virologo, «non è come regge il sistema, ma quanti morti siamo disposti ad accettare». Secondo Crisanti «il lockdown bisognerà comunque farlo. Risulterà inevitabile. I numeri lo imporranno». Del resto, aggiunge anche a stretto giro l’esperto, «con questo livello di contagi il numero di tamponi effettuato non ha più senso. Aveva senso farne 400.000 al giorno per bloccare la catena di diffusione. Ormai la marea del virus è fuori controllo», prosegue e conclude il virologo. Secondo il quale ne saremo fuori a «fine del ’21. Inizio del 22»...