Crepet: «Non abusate della pazienza degli italiani. Conte? Lo guida l’erotismo da conferenza stampa»

12 Nov 2020 9:21 - di Liliana Giobbi
Crepet

«Ci spengono le luci. Ma ci manderanno la bolletta da pagare». A parlare è lo psichiatra e sociologo Paolo Crepet. Riflette sul possibile lockdown totale e si rivolge al Governo. «La depressione in cui stanno sprofondando gli italiani può manifestarsi sotto forma di perdita di speranza», ammonisce. «Ma anche di rabbia, ira inconsulta. Attenzione: Quousque tandem abutere, Catilina, patientia nostra (“fino a quando dunque, Catilina, abuserai della nostra pazienza”, ndr)».

Crepet e l’attacco a Conte

«Questo è l’ultimo giro», scandisce Crepet. «Ricordo a Conte che la prima azienda per fatturato all’anno che si chiama “mafie” è veramente arrabbiata perché non ha più le piazze. Il meccanismo psicologico dell’uomo è una nebulosa», prosegue. «Noi siamo caravelle che vagano verso il nulla, con il timone rotto e senza un capitano in grado di vedere e credere a ciò che c’è al di là dell’orizzonte. Un comandante unicamente guidato dall’erotismo della conferenza stampa. Ma agli italiani»,  sollecita il sociologo, «si devono dare informazioni oneste e sincere perché l’unico antidoto alla depressione è il progetto».

«Gli anziani sono sempre più soli»

«Tutti i danni psicologici determinati dal primo lockdown sono peggiorati. Ci sono depressione, ansia, ossessioni, irritabilità e soprattutto solitudine. Il livello di socializzazione – avverte – è già tragicamente terminato che vuol dire che non c’è più solidarietà. I vecchi muoiono non perché sono vecchi. Ci abbandonano perché sono soli e senza speranze, ridotti a guardare a figli e nipoti come Rt».

«Vecchi e bambini trattati in modo indegno»

«Cosa hanno fatto?», incalza Crepet. «Azzeccagarbugli di provincia che per due dj ci hanno fatto morire, consentendo a “genitori pusher” di non educare i giovani alla frustrazione. Non hanno scelto di eseguire i tamponi subito perché non sapevano come governare e gestire il reale numero di positivi». E ancora, «non volevano che il pericolo si avvertisse e ci svezzano con dosi omeopatiche. Non hanno risanato la sanità e commettono il crimine di pace di curarci a casa». Ma non solo. «Hanno trattato vecchi e bambini in modo indegno, senza pensare a nulla per la scuola. Cambiamo capitano, che qualche capitano si dimetta» tuona lo psichiatra. «Ma non si dimette nessuno».

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