Crisanti non indietreggia: «A queste condizioni non mi vaccino, c’è bisogno di trasparenza»
Non indietreggia nemmeno di un centimetro, Andrea Crisanti. «Io finora i dati non li ho visti. Né io né altri. E se mi chiede sulla base dei dati disponibili cosa farei, io dico che non mi vaccino». Il virologo, direttore del Laboratorio di Microbiologia dell’Università di Padova, parla in collegamento con la trasmissione Non è l’Arena su La7.
Crisanti: «Chiedo solo trasparenza»
«L’ambiente scientifico italiano è un po’ provinciale. Se io avessi detto quello che ha detto l’editore del British Medical Journal, più che criticato sarei stato lapidato. Lui ha fatto un editoriale feroce su come è stata gestita la questione vaccini. Mi sento», aggiunge il virologo, «in ottima compagnia perchého chiesto solo trasparenza. Ma sulla mia posizione a favore dei vaccini non ci sono dubbi», precisa riferendosi agli attacchi subiti dopo le sue osservazioni sul vaccino.
I dati devono essere condivisi
«Ho detto questo in una trasmissione di carattere scientifico a un pubblico che poteva decifrare e capire il senso della dichiarazione. Abbiamo sentito solo affermazioni di carattere commerciale. Che poi hanno avuto riscontro anche sulle azioni di borsa di queste compagnie. E non c’è niente di male in questo. Ho aggiunto che gran parte di questa ricerca è stata fatta con soldi pubblici. Ed è importante che i dati vengano condivisi», ribadisce Crisanti.
Crisanti: «C’è aspettativa»
«Siamo in un’emergenza e l’aspettativa legittima dei cittadini è quella di uscirne fuori. Il vaccino è visto come ipotesi salvifica, a me sta bene e spero che lo sia ma bisogna che ci sia la massima trasparenza», ripete.
La puntualizzazione di Galli
Una puntualizzazione al riguardo era arrivata nei giorni scorsi da Massimo Galli. «La posizione di Crisanti, che ha tutta la mia stima, è stata travisata. Era seccato di continuare a vedere annunci sui media sul vaccino e non dati concreti». Il virologo aveva messo le cose in chiaro. «Siamo tutti un po’ indispettiti dalla politica degli annunci. Continuiamo a vedere una gara a chi ha il vaccino migliore. Se questa fosse una gara nei fatti e non solo negli annunci sarebbe una bellissima cosa».