«Gigi Proietti, simbolo di Roma»: il dolore nel mondo dello spettacolo, della politica e della cultura
Il mondo dello spettacolo, della politica in lutto. La morte di Gigi Proietti lascia un grande vuoto. Una grave perdita, un maestro, un figlio di Roma. Anzi, di quella Roma fatta di arte, cultura e tradizione che è di insegnamento per le generazioni future. Tantissimi i messaggi e i ricordi di un artista che non sarà mai dimenticato.
Gigi Proietti, un esempio
Giorgia Meloni: «Nel giorno del suo ottantesimo compleanno ci lascia Gigi Proietti. Un artista straordinario, che ha portato nelle case degli italiani tanti momenti di gioia e di riflessione. Oggi il mondo dello spettacolo perde un suo indiscusso pilastro. A Dio, Gigi».
Maurizio Gasparri: «Protagonista del teatro, del cinema, della televisione. Mattatore con i testi classici e con la comicità. Amato da tutti ovunque, ma simbolo per Roma, sempre accompagnato da folle che conoscono a memoria le sue interpretazioni. Il numero uno sia con Shakespeare che raccontando le disavventure di Toto “liqueso”. Roma in particolare è sgomenta e ne farà per sempre un suo simbolo, un suo “cavaliere”, un protagonista. Un suo cavallo di battaglia…».
Matteo Salvini: «L’arte italiana perde oggi uno dei più grandi, un attore straordinario, un poliedrico gigante di bravura e simpatia. Se ne va nel giorno in cui era nato 80 anni fa, nella sua Roma, un ultimo colpo di teatro. Ci mancherà il suo sorriso.Addio Gigi, una preghiera e un abbraccio commosso ai suoi cari».
Enrico Mentana: «Un dolore per tutti, un attore amato e versatile, popolare e colto».
Francesco Giro: «Se con la scomparsa di Gigi Proietti il teatro italiano perde lo slancio vitale di un attore prodigioso, di lui però resteranno per sempre i suoni di una voce indimenticabile e la faccia espressiva di un mondo del palcoscenico che non muore mai e che resta impresso nei cuori di tutti».
Matteo Renzi: «Andarsene nel giorno dei suoi 80 anni è l’ultimo colpo di teatro di un artista straordinario: addio a Gigi».
Alessandro Gassmann: «Ciao maestro e amico, rip».