Il “postino” bussa solo per Biden e Trump non ha torto a sospettarlo. Ecco perché

4 Nov 2020 17:32 - di Lando Chiarini
Trump

Si scrive Rust Belt, si legge Far West. Visti sulla cartina, gli Stati compresi tra la catena nord degli Appalachi e i Grandi Laghi sono distantissimi dalle ricche terre del lontano ovest che oltre un secolo e mezzo fa scatenarono la corsa all’oro. Politicamente, invece, c’entrano molto. Perché è proprio l’esito del duello elettorale tra Trump e Biden in quegli Stati in bilico a dirci se gli Usa sono ancora una grande e potente nazione o il set di un film western. La situazione è appesa a un filo. E questa volta non c’entra la drammatizzazione dei media o l’allarmismo dei soliti esperti. L’America che noi conosciamo e che per tanti versi amiamo quasi non esiste più. E non per colpa di Trump. Almeno non solo.

Trump ha cambiato l’America

Vero, l’attuale presidente ha rinfocolato vecchie tensioni, ma è altrettanto vero che esse scorrevano carsicamente da sempre nella società statunitense. Così com’è vero che ha saputo radicarsi elettoralmente nelle classi meno abbienti. Si è presentato come il vindice dei lavoratori emarginati dalla globalizzazione e appiedati dalla delocalizzazione degli impianti. Ma anche delle vittime della grande bolla finanziaria del 2007. Che forse neanche sarebbe scoppiata se nel 1999 Bill Clinton non avesse abrogato la legge Glass-Steagall che dal 1933 separava le banche commerciali da quelle d’affari. L’aveva voluta Roosevelt per erigere un muro tra il risparmio dei cittadini e le speculazioni finanziarie senza rete. Clinton lo abbattè un minuto prima di lasciare la Casa Bianca varando il Gramm-Leach-Bliley Act.

Il NYT: «L’onda pro-Biden nel voto per posta»

È  su questo vulcano in ebollizione che si è innestata la riacutizzazione della questione razziale. Il mainstream ne ha presentato il conto a Trump, sdoganando a livello planetario la protesta dei Black Lives Metter. Ma violenze contro i neri furono commesse dalla polizia anche con Obama. Sia chiaro: Trump non è esente da colpe. Ma il solco che ha approfondito serviva soprattutto a tenere a distanza un Deep State che non lo ha mai accettato. E lui ha ricambiato fino al paradosso di un capo di Stato che diffida di quel che lui stesso rappresenta. È il motivo per il quale ha bollato sin da subito come«fonte di imbrogli» il voto per posta. Vero o falso, si vedrà. O forse non lo capiremo mai. Di sicuro c’è che sin da subito proprio lì Biden e democrats hanno fondato le loro speranze di vittoria. «L’onda blu è nelle buste», ha titolato profetico il New York Times, alludendo al voto per corrispondenza. E il postino, si sa, bussa due volte solo nei film.

 

 

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