Insinna e il “giallo” sulla bestemmia in studio: «È porca…». Forse tutto era studiato a tavolino…

7 Nov 2020 15:07 - di Redazione
Insinna

«È porca…». Qualche settimana fa ha fatto scalpore la domanda di Flavio Insinna a L’eredità. Per qualcuno si è sfiorata la gaffe. Qualcun’altro ha pensato a una quasi bestemmia in studio. Indubbiamente su Raiuno c’è stato tanto imbarazzo. La battuta era partita infatti in fascia protetta. Flavio Insinna durante la trasmissione aveva posto una domanda insolita a una concorrente: «È “porca” in una esclamazione». La parola da indovinare era composta da sette lettere e iniziava con la lettera “M”. La concorrente era rimasta sbigottita. La soluzione era “miseria”, ma immediatamente sui social si erano scatenate critiche.

Caso Insinna e l’interpretazione di Costanzo

Ora Maurizio Costanzo, nella sua rubrica su Nuovo Tv, spiega come potrebbero essere andate veramente le cose in studio: «Penso che gli autori e un conduttore esperto come Flavio Insinna lo abbiano calcolato e avrebbero trovato una soluzione di sicuro». D’altronde, lo show non va in diretta e ci sarebbe stato spazio per una censura al momento opportuno. Secondo Costanzo «è stato chiaro l’intento del programma, ovvero mettere un pizzico di pepe e suspense in video. Il fatto che si tratti di un programma registrato facilita il compito di chi deve gestire eventuali incidenti».

Le polemiche

Sulla vicenda era intervenuto anche Andrea Fagioli, firma dell’Avvenire. Nel mirino del giornalista la televisione piena di insulti. «Bestemmia sì, bestemmia no. Il limite non è burocratico, perché a casa qualcuno la definizione sbagliata l’avrà pronunciata o quanto meno l’avrà pensata. E allora sarà bene farsi e fare alcune domande. Ma chi l’ha scritta una definizione del genere? E poi perché la soluzione era proprio una parola di sette lettere? Gli autori non hanno pensato che ci poteva scappare una bestemmia anche se il programma non va in diretta?».

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