La Lamorgese ammette: «Sbarchi aumentati di molto. E anche l’Italia è a rischio terrorismo»
L’Italia è a rischio terrorismo, ma rimanda all’Europa l’intervento contro l’immigrazione illegale. In estrema sintesi è quello che ha detto il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, ospite ieri di Che tempo che fa su Rai3. Di fatto, una dichiarazione di resa su uno dei fronti più sensibili per la prevenzione in termini di sicurezza. Come ha dimostrato l’attentato di Nizza, infatti, i terroristi si mescolano agli altri clandestini: senza una stretta decisa sugli sbarchi, l’Italia – e con essa l’Europa – restano esposte al rischio che arrivi anche qualche elemento radicalizzato.
Lamorgese ammette il rischio terrorismo per l’Italia
“Non potrei mai dire che l’Italia è fuori dal rischio” terrorismo, ha detto il ministro, sottolineando che l’attentato in Francia e quello in Austria “sono stati isolati fra di loro”. “Ho riunito un comitato nazionale dopo l’attentato di Vienna e quello che è emerso – ha spiegato Lamorgese – è che (il terrorista, ndr) agiva autonomamente, da lupo solitario”. “Ma dal mio punto di vista questa narrazione dell’Isis in certi soggetti procura fascino, dunque ritenerci fuori non è vero. Spero non si realizzi. Ma – ha proseguito la titolare del Viminale – come prevenzione abbiamo le migliori forze di polizia in campo e siamo in collegamento con altri Paesi”.
L’impennata di sbarchi: “Il 50% arriva dalla Tunisia”
“Monitoriamo con attenzione e in collegamento con altre forze internazionali”, ha chiarito ancora il ministro, ammettendo l’impennata dei numeri degli sbarchi. “Io dico che certamente i numeri degli sbarchi rispetto all’anno scorso sono aumentati di parecchio“, ha detto Lamorgese, secondo la quale però “va visto il contesto generale geopolitico”. “Il 50% viene dalla Tunisia, che ha una gravissima crisi economica, sociale e politica. Ci deve fare pensare il fatto che molti migranti sono anche persone della media borghesia”, ha proseguito il ministro, aggiungendo che “in Spagna oggi sono arrivate 1600 persone dal Marocco. È un picco che non registravano da 10 anni e che dimostra che la situazione è complicata nel Mediterraneo“.
Ma per fermare i clandestini il governo rimanda all’Europa
Proprio quello della Tunisia però è un esempio che deve far riflettere. Da lì veniva il terrorista di Nizza, da lì il clandestino respinto qualche giorno fa, su segnalazione della Francia, perché legato a un uomo arrestato per terrorismo e considerato capo di una cellula jihadista. Entrambi erano sbarcati grosso modo nell’arco dell’ultimo mese e mezzo. Inoltre, poiché la Tunisia non è considerata Paese a rischio per i suoi cittadini. Chiunque arrivi da lì illegalmente non ha alcun requisito per restare e quindi è sottoposto a foglio di via. Per il nostro governo però la soluzione contro questo incremento di sbarchi è “essere uniti come Paesi e fare intervenire l’Europa”.