La provocazione di “Libero”: definisce Kamala Harris «mulatta». E il politicamente corretto abbocca
È bufera social, e non solo, su Libero per l’ennesima provocazione affidata a un titolo fuori dagli schemi. “La vice mulatta ha già rubato la scena a Biden”, si legge sul quotidiano, che rimanda a un approfondimento di due pagine sul ruolo e sulla visibilità della neo vicepresidente Usa, Kamala Harris. La scelta di mettere in evidenza le origini etniche della Harris e di farlo per di più con un termine quanto meno d’antan ha provocato un terremoto intorno alla testata. Anzi – si direbbe – il solito terremoto, visto che Libero non è nuovo a provocazioni lessicali fatte apposta per mandare in tilt il politicamente corretto.
Libero e il gusto (con qualche scivolone) per la provocazione
Fra tutti rimane probabilmente insuperato il caso dell’epiteto di “Patata bollente” accostato al sindaco di Roma Virginia Raggi e costato al direttore Vittorio Feltri non solo lo stigma sociale e l’accusa di sessismo, ma anche alcuni guai giudiziari. Allora, però, francamente, quel titolo risultava davvero un tantino gratuito, adatto forse più a cercare l’effetto che la vera provocazione. Stavolta, con il pur spiazzante “mulatta”, la provocazione sembra invece abbastanza centrata.
Kamala Harris e l’orgoglio delle origini
Kamala Harris è diventata nell’arco di poco tempo un’icona anche per il colore della sua pelle. Non è “semplicemente” la prima donna che arriva alla vice presidenza. È la prima donna di etnia mista che vi arriva. Lei stessa, del resto, non ha mancato di sottolinearlo nel suo primo discorso, che sta spopolando sui social. “Penso a lei, penso a generazioni di donne, di donne nere, asiatiche, bianche, ispaniche, nativo americane, che nel corso della storia di questo Paese hanno aperto la strada per questo momento”, ha detto la Harris, dopo aver reso omaggio alla memoria della madre indiana, in uno dei passaggi più forti e più applauditi del suo discorso.
Libero smaschera l’ipocrisia del politicamente corretto
“Il futuro è dei giovani, delle donne, delle minoranze etniche” è grosso modo il messaggio che le anime liberal stanno rilanciando in questi giorni, dati elettorali alla mano e immagine di Kamala Harris negli occhi, posto che il 78enne maschio bianco Biden non corrisponde esattamente a quel sogno politicamente corretto. Dunque, lo straordinario successo di pubblico di Kamala Harris, tanto più nell’anno del Black lives matter, si deve anche al suo essere una donna frutto dell’unione di diverse etnie, da quella indiana della madre a quella giamaicana del padre. Ed è qui che il titolo di Libero si fa vera provocazione, perché porta allo scoperto tutta l’ipocrisia del politicamente corretto. Che ama questa donna anche perché è “mulatta”, ma non può tollerare che qualcuno lo dica così apertamente.