L’urlo di Prodi nella notte del 2006: «Abbiamo vinto». Non era ancora vero. Proprio come Trump
La solita sinistra dall’indignazione a comando e dalla memoria corta. Manifesta stupore e sconcerto per Trump che si proclama vincitore a spoglio in corso e dimentica che alle elezioni del 2006 i suoi leader italiani fecero esattamente la medesima cosa. Accadde, per la precisione, l’11 aprile. Erano le tre del mattino quando Romano Prodi e Piero Fassino si precipitarono nella piazza romana dei Santi Apostoli per urlare «abbiamo vinto». Guarda caso, anche allora i sondaggisti – con l’eccezione della Ghisleri – avevano dato il centrodestra per strabattuto in partenza. Lo stesso fecero opinionisti e intellò, per i quali le elezioni erano poco più di una mera formalità. In ballo non era il “se“, ma solo il “quanto“, cioè l’entità della sicura sconfitta di Silvio Berlusconi.
La sinistra prevalse per lo 0,06%
Ma «l’urna – diceva Cecco Beppe – è femmina». Significa che solo dopo la loro apertura si può incoronare il vincitore. Come solo dopo il parto – in un’epoca in cui l’ecografia non esisteva – si può stabilire il sesso del nascituro. L’imperatore austriaco aveva ragione. Infatti, più procedeva lo spoglio dei voti espressi dalla gente in carne e ossa, più si squagliavano le prospettive della certa vittoria dell’Unione prodiana. Una remontada prodigiosa, uguale a quella di Trump su Biden. Da noi però la rincorsa si arenò nella Campania di Antonio Bassolino. Alla fine prevalse il centrosinistra per 24mila voti, una media di tre a Comune. In termini percentuali, una vera miseria: 0,06.
Il Professore è il precursore di Trump
Che l’annuncio della “vittoria” fosse stato quanto meno anticipato è verità che si ricava dalle parole di Fassino riportate dalla Stampa. Eccole: ««I dati ormai quasi completati ci dicono che il centrosinistra ha vinto le elezioni». Alla luce della infinitesimale distanza tra le due coalizioni, è fin troppo evidente che la premessa («dati quasi completati») fa a cazzotti con la conclusione («il centrosinistra ha vinto»). Se ne accorgerebbe anche un bambino. Al contrario, quella voce dal sen fuggita, è la prova provata che quando Prodi gridò «vittoria» non era ancora vincitore. Proprio come quel cattivo e irascibile puzzone di Donald Trump.