“Me viè da piagne… Ma che sarà” L’ultimo abbraccio della sua Roma a Gigi Proietti (video)
Applausi interminabili, occhi lucidi e una grande compostezza per l’ultimo saluto della sua Roma a Gigi Proietti. Morto all’alba del 2 novembre nel giorno del suo 80esimo compleanno. I funerali del grande mattatore si sono svolti in forma privata a causa del covid nella Chiesa degli Artisti a piazza del Popolo (sono stati trasmessi in diretta su Rai1 a partire dalle 9,20). Prima un lungo corteo funebre ha attraversato le vie della Capitale a lutto per l’ultimo abbraccio. Con centinaia di romani, dispiegati in ali di folla lungo via dei Fori Imperiali, via del Corso, via del Tritone, via Veneto, nel cuore di Villa Borghese.
L’ultimo saluto di Roma a Gigi Proietti
Il feretro, scortato dalle forze dell’ordine in moto, è partito dalla clinica Villa Margherita sulla Nomentana, dove Proietti si è spento. Poi ha a raggiunto il Campidoglio per l’omaggio istituzionale della Capitale. In macchina ci sono la moglie Sagitta Alter e le figlie Carlotta e Susanna. La tappa sotto la statua di Marco Aurelio è stata scandita dal lungo applauso dei tanti romani raccolti nella piazza. Assente la sindaca Raggi, positiva al Covid, è stato il presidente dell’assemblea capitolina, Marcello De Vito, ad omaggiare il feretro. Dopo il saluto militare il carro che accompagna l’attore è ripartito verso l’ultima tappa: il suo Globe Theatre a Villa Borghese. Salutato da un lungo e interminabile applauso da centinaia di persone comuni, che da ore stazionavano ai bordi di Villa Borghese, il feretro (solo rose rosse sulla bara) è entrato nel teatro che sarà intitolato al grande attore scomparso. Il teatro elisabettiano che ha creato e guidato per 17 anni nel cuore di Villa Borghese e che riuniva soprattutto giovani per assistere alle opere di Shakespeare.
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Il ricordo di Enrico Brignano
I funerali nella Chiesa degli Artisti di piazza del Popolo
“Me viè da piagne. Ma che sarà. Ciao Gigi, esempio di romanità”
“Me viè da piagne… Ma che sarà… Ciao Gigi, esempio di romanità”, è il lungo striscione affisso dai romani a Piazza del Popolo. Accanto, anche una bandiera della Roma, di cui l’attore era un fiero tifoso. Tra i primi ad entrare in chiesa, Rodolfo Laganà, che ha ricordato il suo maestro come “una vera e propria istituzione”. Enrico Brignano, raggiunto dai giornalisti, non riesce a trattenere le lacrime. “Scusatemi, ma è difficile parlare. Sentiamo un vuoto che non sappiamo neanche che cosa è. Scusate”. Presenti, tra gli altri, Nicola Zingaretti, Dario Franceschini, Enrico Vanzina, Paolo Bonolis, Maurizio Mattioli Bruno Conti, Marisa Laurito, Fiorelli, l’ad della Rai Fabrizio Salini.
Don Insero: “Era un uomo mite, colto e raffinato”
“Gigi era un uomo mite, paziente, colto, raffinato, un uomo pacifico, per nulla vendicativo”, ha detto don Walter Insero, rettore della Chiesa degli artisti. “Ha messo a frutto la sua intelligenza dopo aver fatto un teatro d’avanguardia, a favore di una spettacolarità più popolare. Ha voluto essere un artista popolare. Una scelta rischiosa. Ma si rivedeva nella fragilità degli uomini, ne sapeva sorridere, esaltandola”. Il sacerdote ha ricordato la profonda umanità di Proietti, la sua religiosità, la nascita nel quartiere del Tufello, il padre originario di Amelia, la madre di Amatrice. “Era fiero della messa in latino. Sul suo palcoscenico si ripeteva la profondità poetica della liturgia”.
All’uscita dalla chiesa un lungo applauso ha accompagnato il passaggio del feretro. Lacrime e commozione da parte di tutti i presenti, familiari, amici, colleghi e i romani posizionati dall’altro lato della Piazza e in ogni angolo della strada. Dalle finestre “Ciao Gigi. Non ti dimenticheremo”. “Non poter essere lì è un dolore, Gigi. Quel luogo è magico, quel luogo sei tu. Mi stringo ai tuoi cari e al tuo ricordo capace di unirci tutti. Oggi piangiamo ma il nostro cuore ride fra Mandrake e Tòto, pensandoti in qualche modo finalmente abbracciato a Petrolini. Ciao, Maestro”, scrive su Twitter Lino Guanciale.