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Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte (C) e Agostino Miozzo nella sede operativa della Protezione Civile al termine dell’incontro su emergenza Coronavirus, Roma, 28 Febbraio 2020. ANSA/GIUSEPPE LAMI
Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte (C) e Agostino Miozzo nella sede operativa della Protezione Civile al termine dell’incontro su emergenza Coronavirus, Roma, 28 Febbraio 2020. ANSA/GIUSEPPE LAMI

Sanità in Calabria, la sceneggiata del governo continua: salta anche Miozzo, il sesto candidato

Politica - di Lucio Meo - 27 Novembre 2020 - AGGIORNATO 27 Novembre 2020 alle 17:19

Siamo alla farsa, al ridicolo: anche il sesto candidato alla carica di commissario per la sanità calabrese rischia di saltare. Si tratta di Agostino Miozzo, attuale coordinatore del Cts che consiglia il governo sulle decisioni da prendere in materia di Covid. Miozzo, dopo aver manifestato una iniziale disponibilità, avrebbe chiesto al premier Giuseppe Conte poteri in deroga, ricevendone un categorico rifiuto.Il chirurgo, ospite di Radio Capital, ieri sembrava disponibile. Nella notte, l’ennesima puntata della sceneggiata romana a Palazzo Chigi.

Miozzo e la candidatura saltata in Calabria

“Io commissario in Calabria insieme a Gino Strada? No comment, io non smentisco niente. Posso solo dire che voglio molto bene a Gino Strada, abbiamo lavorato molto bene insieme”. Sembtava tutto fatto e invece dietro si stava giocando l’ennesima partita di potere col coordinatore del Cts, già al centro di tante polemiche.

Il no di Miozzo (nella foto col premier Conte) arriva dopo le dimissioni di Cotticelli, la marcia indietro del “negazionista” Zuccatelli, quindi del rifiuto di Gino Strada, quello dell’accademico Eugenio Gaudio, quindi di tale Narciso Mostarda, medico che dirige la Asl Roma 6, Luigi Varratta, già prefetto a Reggio Calabria.

Il governo nega al medico la sua squadra di fiducia

Secondo quanto scrive il Corriere della Sera, la seconda condizione posta da Miozzo riguardava la squadra che avrebbe dovuto affiancarlo. «Almeno 25 persone», aveva chiesto Miozzo. 2La terza erano i poteri derogatori propri del commissario su cui Miozzo non ha avuto garanzie. Il nodo che non è stato sciolto dal governo è stato però in particolare quello relativo al rientro in servizio e alla fine, a venti giorni dalle dimissioni di Zuccatelli – la calabria è ancora senza commissario”, scrive il quotidiano di via Solferino.

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di Lucio Meo - 27 Novembre 2020