Natale, il governo e i suoi esperti danno i numeri: non più di 6 a tavola a Natale, la cena alle 19
Le anticipazioni che si susseguono sul Dpcm di Natale non lasciano spazio a fraintendimenti. Quest’anno sarà un Natale più sobrio e ristretto. Senza baci, senza abbracci, a tavola massimo 6 persone. E soprattutto con tracciamento dei presenti. Specie per quelli che potrebbero aver avuto contatti con potenziali positivi al coronavirus. Saranno probabilmente così i cenoni di Natale e Capodanno di quest’anno. Messa di Natale vietata, smontate anche le ipotesi circolate nei giorni scorsi di anticipare la celebrazione di qualche ora, e regole uniche per tutta Italia. Ci dicono pure quando cenare: alle 19.
In arrivo le linee guida per il Natale
Anche riguardo gli spostamenti tra regioni prevale la linea che vuol vietare qualsiasi cosa non davvero indispensabile. Queste le linee guida in arrivo dettate dagli esperti del Comitato tecnico scientifico al governo. Indicazioni precise per evitare che la curva dei contagi possa risalire. Come anticipa il Messaggero, indicazioni che rispondono al “consueto principio di massima precauzione” e che riguarderanno anche le “regioni gialle”.
Cosa dicono gli esperti
«Da parte nostra ci sarà pochissimo spazio alle deroghe rispetto alle misure attuali perché se si inizia a fare eccezioni diventa il caos», è quanto dicono gli esperti. Probabilmente nei giorni di festa il coprifuoco scatterà un po’ più tardi, si parla di 22.30 o 23, ma nulla per il momento è deciso. Si punta a una mini-estensione per consentire “un ampliamento dei percorsi di vendita” e aumentare gli orari disponibilità dei negozi al fine di evitare gli assembramenti. Circa i festeggiamenti natalizi, l’idea è quella di tavolate con un massimo di 6 partecipanti (bambini esclusi) ed esclusivamente tra parenti stretti (genitori e figli, fratelli e sorelle), a patto che prevalga il buonsenso. I ristoranti resteranno chiusi a Natale e Santo Stefano.
Atteso un nuovo picco per il 20 di gennaio
Per gli esperti, prima di iniziare a modificare l’approccio all’emergenza Covid bisogna aspettare almeno due settimane dopo l’Epifania. Per il 20 gennaio ci aspetta un nuovo picco: se quel picco non dovesse arrivare si inizierà a ragionare sull’ipotesi di riaprire gli impianti sciistici.