Scuola, Azzolina ed Emiliano ai ferri corti. La ministra lo bacchetta, il governatore la ignora
Scuola, ormai è guerra senza esclusione di colpi, quella tra la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina e il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano. Una guerra che si combatte a colpi di comunicati e post social. Di moniti e trasgressioni. E finito il tempo del confronto. Degli appelli. Del dialogo sereno. La conciliazione, quando arriverà, sarà comunque un compromesso che costringerà alla resa incondizionata una delle parti in causa.
Scuola, Azzolina e Emiliano: è guerra
L’ultimo atto di quello che rischia di diventare un dramma dell’assurdo, si consuma solo ieri pomeriggio (domenica 8 novembre ndr). Quando, nel pomeriggio, dal pulpito di Facebook la Azzolina sale in cattedra e punta i piedi col governatore della Puglia. «L’ordinanza della Regione sia ritirata o corretta. L’istruzione non è un servizio a domanda individuale». Il riferimento, tutt’altro che casuale, è chiaramente a Emiliano che, tra le sue ultime disposizioni, ha scelto di concedere a chi ne faccia richiesta, la possibilità di seguire le lezioni da casa. Nonostante la sentenza del Tar di Puglia abbia sospeso l’ordinanza regionale 704 emanata il 28 ottobre che decretava la chiusura delle scuole decisa dalla Regione. E nonostante molte famiglie abbiano fatto pressione per il ritorno in classe.
Botta e risposta tra comunicati e post sui social
Insomma, il presidente pugliese continua a sostenere la necessità della dad. La Azzolina lo esorta al contrario. E la trattativa s’incaglia per giorni. Ora poi, i duellanti sono proprio ai ferri corti. Con la ministra grillina che affida a un lungo comunicato la sua posizione. Una nota di richiamo all’ordine per Emiliano. In cui la titolare del dicastero di viale Trastevere scrive: «Nelle prossime ore, nell’ambito dell’esercizio dei consueti canoni di leale cooperazione tra istituzioni, verrà formalizzata da parte del ministero dell’Istruzione una richiesta di ritiro o revisione dell’ordinanza regionale. Che tenga conto di quanto previsto, con grande chiarezza, dal Dpcm dello scorso 3 novembre per le zone cosiddette “arancioni”. Puglia compresa».
L’Azzolina ammonisce. Emiliano replica punto per punto
E nel giro di qualche ora arriva, solerte, la replica del governatore. Il quale, determinato a difendere la sua ordinanza e a non retrocedere di un passo, insiste su una situazione resa urgente dal dilagare del virus. «Nonostante non condivida toni e contenuto della nota del Ministro, proverò in ogni modo a non polemizzare», replica Emiliano. E a collaborare – prosegue – al fine di garantire la tutela di studenti. Docenti. Personale scolastico e famiglie pugliesi», leggiamo nel lungo post pubblicato sul suo profilo Facebook. Un messaggio social in cui il governatore risponde punto per punto ai rilievi di Azzolina. Ribadendo comunque ancora: «Faccio mio l’appello dei pediatri: evitate di mandare i bambini a scuola in presenza, questo è più sicuro sia per i bambini che per la salute pubblica». E: «Scegliete, se possibile, la Dad, e da casa cercate di fare il possibile, fino a quando i dati epidemiologici non scenderanno».
Il governatore. «Evitate di mandare i bambini a scuola in presenza»
Non solo: pur avendo il governatore emesso una nuova ordinanza che prevede la riapertura delle scuole elementari e medie, mentre prevede la Dad per le superiori. Ieri in un post su Facebook ricordava «a tutte le famiglie pugliesi che hanno deciso di optare per i loro figli per la didattica a distanza, che nessuno può obbligarli ad accettare la didattica in presenza». Una realtà che, «in questo momento, espone a forte rischio di contagio. Se la Dad non è immediatamente disponibile, potete pretenderla a tutela del diritto allo studio dei vostri figli e la scuola in breve tempo deve garantirvela». E infine sosteneva a viva voce che è «legittima l’eventuale scelta di non mandare i vostri figli a scuola. Anche quando si eserciti su di voi un convincimento, sostenendo che non è possibile assicurarvi la Dad. Non siate remissivi e fate valere le vostre ragioni con determinazione. Segnalatemi questi casi e io interverrò presso l’ufficio scolastico regionale o presso la Prefettura», ha aggiunto. Se non sono dichiarazioni di guerra queste...