Serena Bortone scambia le unioni civili per nozze. Il sospetto di Giovanardi: “Ignoranza o propaganda?”
«Le parole sono importanti», tuonava infuriato Nanni Moretti in un monologo di un suo fortunato film. Alla Rai, invece, le parole non sono più tanto importanti. Autori e conduttori le buttano ormai alla rinfusa. Come nel vecchio gioco di società, Scarabeo. L’ultima riprova arriva dalla trasmissione di Serena Bortone su Rai Uno, andata in onda lunedì 2 novembre.
Lo fa notare Carlo Giovanardi, in una conversazione con il Secolo d’Italia. «Ma avete visto cosa è andato in onda lunedì pomeriggio su Raiuno?», chiede l’ex senatore del centrodestra tra lo sconcertato e il rassegnato. «Serena Bortone, che conosco come giornalista preparata, ha ospitato una coppia gay presentandola come una coppia di sposi». L’osservazione di Giovanardi parte da un presupposto tecnico, che ormai anche la tv di Stato pare avere dimenticato. «In Italia non esistono le nozze gay. Esistono le unioni civili che hanno tutta un’altra normativa. Perché confondere così superficialmente le acque?».
Giovanardi telefona al Secolo: “Ma vi pare normale quello che succede su Raiuno?”
Ecco, la domanda che solleva l’ex parlamentare è chiara. «Perché un servizio pubblico presenta due signori vestiti come a un Gay pride come sposi?». Giovanardi avrebbe anche la risposta maliziosa. «Perché se una coppia è unita in matrimonio, il passaggio successivo è chiaro. La coppia può chiedere legittimamente di adottare un bambino. E l’utero in affitto sarebbe l’inevitabile conseguenza». Dunque, per Giovanardi la presentazione dei due signori presentati come “uniti in matrimonio” non sarebbe un errore di superficialità, ma una strategia della rete diretta da Stefano Coletta. «A quanti spettatori è stata data lunedì pomeriggio un’informazione fuorviante e scorretta dalla tv di Stato?», ci chiede Giovanardi.
Serena Bortone dia retta almeno a Nanni Moretti
Abbiamo cercato gli ascolti della puntata della trasmissione condotta dalla Bortone, Oggi è un altro giorno. La risposta è presto detta. Quella informazione scorretta è stata data a due milioni di telespettatori, pari al 14 per cento di share. Una puntata dedicata quasi interamente alla morte di Gigi Proietti, con il finale riservato appunto ai signori Massimo e Gino. Uno in rosso con la veletta e la parrucca biondo platino, l’altro rigorosamente in bianco. Un servizio dedicato al loro “matrimonio” e poi gli “sposi” in studio, emozionati e felici. Nessuno ha spiegato che le “nozze civili” sono cosa ben diversa da un matrimonio. Insomma, per quale motivo buttare le parole così alla rinfusa, con tanta superficialità? Fatelo notare a Serena Bortone. E, si badi bene, non a nome di Giovanardi, ma di Nanni Moretti.