CERCA SUL SECOLO D'ITALIA

“In mezzo a tante incognite, una certezza c’è: la chiusura delle scuole non produce gli stessi effetti per tutti. La forbice sociale si allarga, il conto lo
pagano i più deboli.  Ci sono territori in cui la chiusura delle scuole è sinonimo di dispersione scolastica. E la dispersione scolastica – chiamiamo le cose con il loro nome – equivale all’abbandono dei ragazzi”. Lo scrive su Facebook il ministro dell’Istruzione, Lucia Azzolina, 31 ottobre 2020.
FACEBOOK LUCIA AZZOLINA
+++ ATTENZIONE LA FOTO NON PUO’ ESSERE PUBBLICATA O RIPRODOTTA SENZA L’AUTORIZZAZIONE DELLA FONTE DI ORIGINE CUI SI RINVIA +++ ++ HO – NO SALES, EDITORIAL USE  ONLY ++
“In mezzo a tante incognite, una certezza c’è: la chiusura delle scuole non produce gli stessi effetti per tutti. La forbice sociale si allarga, il conto lo pagano i più deboli. Ci sono territori in cui la chiusura delle scuole è sinonimo di dispersione scolastica. E la dispersione scolastica – chiamiamo le cose con il loro nome – equivale all’abbandono dei ragazzi”. Lo scrive su Facebook il ministro dell’Istruzione, Lucia Azzolina, 31 ottobre 2020. FACEBOOK LUCIA AZZOLINA +++ ATTENZIONE LA FOTO NON PUO’ ESSERE PUBBLICATA O RIPRODOTTA SENZA L’AUTORIZZAZIONE DELLA FONTE DI ORIGINE CUI SI RINVIA +++ ++ HO – NO SALES, EDITORIAL USE ONLY ++

«Sfida vinta». La faccia di bronzo della Azzolina: si chiudono le scuole ma lei canta vittoria

Politica - di Lucio Meo - 5 Novembre 2020 - AGGIORNATO 5 Novembre 2020 alle 17:55

Lucia Azzolina, all’indomani dell’approvazione del Dpcm che chiude in alcune regioni d’Italia le scuole superiori (due milioni e mezzo di studenti a casa), canta vittoria, senza pudore. E difende la sua battaglia per non chiuderle tutte, anche se in Campania qualcuno le ha rovinato i piani pure su asili ed elementari. Neanche una parolina di autocritica sui soldi buttati per i banchi a rotelle, la mancanza di prof, il pasticcio delle mascherine e gli strumenti per il Dad mai arrivati nelle scuole. “Il valore sociale della scuola è inestimabile: in alcune parti del paese senza scuola non si mangia, non c’é un pasto. La scuola è un servizio assoluto di fondamentale importanza in prospettiva per questo mi sono battuta per tenerla aperta”, ha detto la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina intervenuta online a “Formazione e competenze digitali per un Paese più inclusivo e competitivo” nell’ambito del Forum Pa 2020 Restar Italia.

La Azzolina ritiene di aver tutelato gli studenti più deboli

“La situazione in tutta Europa è seria, le decisioni che abbiamo preso sono state difficili: persino lasciare le primarie e le secondarie di primo grado aperte nelle zone rosse non è stato semplice. C’era una cosa che ci stava a cuore: tutelare gli studenti più deboli. Per quanto mi riguarda potrò sentirmi sollevata soltanto quando tutti i miei studenti potranno tornare in classe. Ma per la riapertura non faccio pronostici, lavoro per limitare i disagi”. In una intervista al “Corriere della Sera” Lucia Azzolina, riferendosi al nuovo Dpcm.

“Ho scritto agli uffici scolastici regionali chiedendo di continuare il lavoro di quest’ estate con gli assessori per trovare soluzioni per i mezzi di trasporto – afferma la ministra dell’Istruzione – Nelle zone rosse ci sono molte limitazioni per tutti, ma le scuole restano aperte fino alla prima secondaria di primo grado. Abbiamo pensato di garantire i bambini che hanno cominciato la nuova scuola, che sono passati dalla maestra ai professori. Tenere aperte le scuole nelle zone rosse è stato un risultato notevole. Nelle linee guida abbiamo scritto che gli studenti delle scuole medie in Dad devono fare almeno tre ore al giorno in modalità sincrona. Per le altre, ci sono tante sperimentazioni didattiche, gli insegnanti decideranno”.

La turnazione che fa acqua da tutte le parti

Tutto bene anche sui contagi e sulle turnazioni folli, per la Azzolina. “I turni già si facevano, si potrà farne di più – dice la ministra – Bisogna lavorare sulle criticità che sono emerse, il protocollo di sicurezza con le Asl deve essere applicato in maniera omogenea su tutto il territorio nazionale. Chiedo da tempo i test rapidi nelle scuole. Mi auguro che ci siano il 4 dicembre. Le misure in una pandemia vanno modulate in relazione al contesto. A settembre non era come oggi”.

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di Lucio Meo - 5 Novembre 2020