Vittorio Sgarbi: «Conte non decide con chi vado a letto io. A casa mia faccio quello che voglio»
«Chi rompe paga! Se tu mi hai rotto il ca…, mi hai fatto la multa, mi hai impedito di mangiare al ristorante la sera, mi hai bloccato l’ordinanza di Sutri in cui dicevo che li tenevo aperti (i ristoranti, ndr) e poi mi dici dopo 20 giorni che posso tenere tutto aperto… allora vuol dire che hai fatto un errore e che hai sbagliato tutto». Così Vittorio Sgarbi all’Adnkronos sulle misure che il Governo sta decidendo di adottare in previsione del Natale. Tra queste, la riapertura dei bar e ristoranti fino alle 20.
Vittorio Sgarbi e la “congiunzione algoritmica”
«Quella dei ristoranti – ricorda Sgarbi – è stata una mia battaglia. Se io il 25 ottobre dico a te che puoi fare pranzo ma non cena sembra che abbia trovato una misteriosa congiunzione algoritmica per cui il virus colpisce di più alle 20 che alle 13. Quindi se adesso li riaprono dimostrano che hanno sbagliato anche prima ed è una cosa molto grave».
Le restrizioni per Natale
E sulle restrizioni previste per il Cenone di Natale incalza. «Non mi sta bene che lui (Conte, ndr) stabilisca con chi vado a letto io. O chi devo abbracciare perché quello che faccio a casa mia sono ca… miei!». Per il critico d’arte e sindaco di Sutri è surreale che, in previsione del nuovo Dpcm si parli di tutto tranne che dei musei. «Tra le cose di cui si indica l’apertura si parla di cinema e teatri ma non dei musei».
Vittorio Sgarbi e la questione dei musei
«L’apertura dei musei presuppone», spiega Vittorio Sgarbi, «il contingentamento delle persone che entrano. In molte zone anche l’accesso permesso solo agli abitanti del Comune, la regola che nessuno deve stare attaccato agli altri e che nessuno può toccare i quadri. Per cui non c’è nessun elemento di contaminazione. La legge del 21 novembre del 2015 dichiara che i musei sono servizi essenziali. Allora perché si parla di tutto tranne che di questo?».
«Il mio ricorso? Spero di tornare vincitore»
«Io sono l’unico sindaco che ha fatto ricorso al Tar per far riaprire i musei», racconta Sgarbi. «Il ricorso viene esaminato forse alla mia presenza il 2, data ambigua perché il 3 scade il Dpcm e spero di essere trionfatore. Vale la frase che c’era a Kabul o a Bamiyan e che abbiamo messo in un mio filmato. E cioè che una nazione è viva quando la sua cultura è viva. Quindi, se questa cosa non passa loro fanno intendere che i ristoranti e i parrucchieri sono più importanti della cultura».
Vittorio Sgarbi sulla multa al clochard
«Hanno multato un clochard. Ma davvero c’è gente in divisa che agisce con tanta crudeltà? Ma questa gente cosa ha nel cervello?». A chiederselo è sempre Vittorio Sgarbi. È così che in un post su Twitter commenta la notizia di un senzatetto multato a Como perché «lontano dal suo domicilio senza motivazione».