Zaia guida la rivolta contro Conte: «Il governo e i virologi dicono tutto e il contrario di tutto»
Luca Zaia guida la rivolta delle Regioni contro la politica titubante del governo contro il Coronavirus. Il testo del prossimo Dpcm è ancora in alto mare, nonostante la lunga discussione di questa mattina.
Un “lockdown generalizzato non è sostenibile e non serve, in Veneto la maggior parte sono asintomatici e la sanità è assolutamente sotto controllo”. Dunque “ok a misure nazionali, decidiamole insieme, e chi ritiene per il piano adottato può aggiungere misure territoriali restrittive”. È quanto avrebbe detto, a quanto si apprende, il governatore del Veneto Luca Zaia, nel corso dell’incontro tra regioni enti locali e governo sull’emergenza coronavirus. “Dobbiamo fare squadra ed essere uniti tra noi e il governo”, l’appello di Zaia, che se la sarebbe presa con gli esperti. “È intollerabile che i virologi dicano tutto e il contrario di tutto in tv”.
Inoltre, spiega il governatore veneto, l’RT “non sempre è paragonabile tra Regioni perché il numero dei tamponi e dei contact tracing sono diversi”. Nel corso dell’incontro tra Regioni enti locali e governo sull’emergenza coronavirus, Zaia ha anche chiesto che si punti a “irrobustire le cure domiciliari”, le persone che non richiedono interventi specifici, il ragionamento del governatore, “devono potersi curare in casa”.
Con Zaia anche Toti e Fontana
Tra l’altro, da parte di alcuni amministratori, a partire dal ligure Giovanni Toti, si è chiesta una differenziazione delle limitazioni a fasce di età, considerate più a rischio, come gli over 70. Una ipotesi che per alcuni potrebbe essere preferibile al lockdown generalizzato.
Condivisa l’idea di puntare in ogni caso a misure che siano il più possibile indirizzate a tutto il Paese, evitando interventi troppo differenziati, come chiesto dal presidente della Lombardia, Attilio Fontana. Sul tavolo anche attività commerciali e scuola. Per i centri commerciali possibili nuove strette, per gli istituti si pensa a didattica a distanza in tutte le aree del Paese per le superiori, in forse per medie.
“La diffusione del virus e’ uniforme in tutto il Paese. Le differenze riguardano l’ampiezza del tracciamento che varia da regione a regione. E’ evidente che, una volta verificato l’impatto delle misure gia’ adottate sulle curve del contagio, ulteriori azioni di contrasto al virus dovranno a loro volta essere uniformi. Una serie di interventi territorio per territorio, polverizzati e non omogenei, sarebbero probabilmente inefficaci e anche incomprensibili ai cittadini, che gia’ oggi sono disorientati”. Lo scrive sulla sua pagina Facebook Il il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, spiegando “il senso della discussione di stamattina fra Regioni, Anci e Upi con il governo”.
Marsilio: “Il governo ha perso tempo”
“Le istituzioni, a partire dal governo – conclude il governatore della Lombardia – devono dare segnali coerenti, forti e credibili.
Ancora più duro il governatore abruzzse. “È da maggio che si sapeva che sarebbe arrivata la seconda ondata e siamo arrivati a novembre senza aver realizzato le strutture che servivano, questo perché per mesi abbiamo perso tempo in burocrazia, anticorruzione, siamo rimasti troppo tempo fermi e ora siamo costretti ad adottare provvedimenti restrittivi molto onerosi”. Lo dice il presidente della Regione Abruzzo Marco Marsilio intervenendo su Sky Tg24.