A Roma povertà da Covid: in fila per pasta e pane. Il parroco: in rovina anche famiglie borghesi

16 Dic 2020 16:35 - di Adele Sirocchi

Da marzo 2020 l’emergenza sanitaria Covid-19 ha assunto a Roma le tinte drammatiche dell’emergenza sociale ed alimentare. A giugno 2020 sono stati consegnati +600% di beni alimentari rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Negli ultimi nove mesi il 35,3% delle persone che si sono rivolte ai centri d’ascolto parrocchiali ci sono andate per la prima volta nella loro vita. Oltre l’83% dei centri si è trovato di fronte a forme di “nuova povertà”.

Il rapporto Caritas sulla povertà a Roma

Le tre mense della Caritas di Roma per i più poveri hanno avuto un aumento del 50% da aprile a giugno. Sono dati di forte impatto quelli che emergono dal Rapporto 2020 “La povertà a Roma: un punto di vista” curato dalla Caritas diocesana di Roma.

L’allarme di don Antonio Pompili

Un allarme cui si unisce quello del parroco di San Martino I Papa che denuncia: tra i nuovi poveri ci sono pure “proprietari di case”. Don Antonio Pompili racconta: “Ci sono diverse famiglie della media borghesia  che per avere perso il lavoro devono fare i conti con il pezzo di pane da portare a tavola ogni giorno”.

Una famiglia borghese da un giorno all’altro in povertà

Il sacerdote parla di un caso emblematico di famiglia medio borghese che da un giorno all’altro si è trovata a dovere fare i conti con disagi e grosse difficoltà: “C’è una famiglia con due figli in età scolare, sono anche proprietari della loro casa. Fino a non molto tempo fa vivevano in modo agiato, ora fanno fatica a vestire i figli che frequentano la scuola elementare e le medie. Una storia che fa riflettere e fa capire che in tanti ci si può trovare in situazione di povertà da un momento all’altro”.

La pandemia ha fatto esplodere il disagio

La pandemia, poi, ha fatto il resto. “I disagi più grandi si sono riscontrati dopo il lockdown– spiega don Antonio Pompili – poi c’è stata una parvenza di ripresa in estate ma ora la gente è tornata di nuovo a perdere il lavoro e quindi in sofferenza”. Don Pompili offre a tutti vicinanza affettiva e morale: “Vengono a cercare qualcuno con cui sfogarsi. Spesso c’è vergogna ma in ultima analisi, anche se costa tanto in termini di dignità, molti sentono la necessità di venire a raccontare le difficoltà. Noi cerchiamo di essere vicini a queste persone che diversamente resterebbero isolate”.

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