Consiglio dei ministri rinviato. I grillini calano la testa, Conte trema, Renzi gli spara contro
Il premier Conte trema. Governo in tilt. Salta il Consiglio dei ministri previsto per oggi. Troppe le tensioni. Italia viva non allenta la pressione su Palazzo Chigi per la task force che dovrebbe gestire i fondi per la ripresa. E l’accordo interno trovato dai Cinquestelle sulla riforma del ‘Salva Stati’ non piace agli alleati.
Le distanze tra i partiti all’interno della maggioranza sono pesanti. Il colpo di grazia al governo diventa possibili. Il decreto di attuazione del Recovery Fund “pensa alla moltiplicazione delle poltrone ma non va a dare una mano ai disoccupati, ai negozi chiusi alle persone che soffrono. Se le cose rimangono come sono, noi di Iv voteremo contro. Per noi un’ideale vale più di una poltrona”. Lo ha detto il leader di Iv, Matteo Renzi, al Tg2 Rai.
Conte rinvia il CdM: le minacce di Renzi
Sulle determinazioni contenute nel decreto sul Recovery fund ci può essere la rottura di Iv con il governo Conte? “Spero proprio di no ma temo di sì- è la risposta di Renzi -. Perchè insistere su una misura che sostituisce il governo con una task force; la seduta del Parlamento con una diretta Facebook; e che, addirittura, pretende di sostituire i Servizi segreti con una fondazione privata voluta dal premier, è una follia. Noi abbiamo mandato a casa Salvini per non dargli i pieni poteri, ma non è che i pieni poteri li diamo a Conte”. Attacca così, Matteo Renzi.
CdM, il passo indietro dei grillini
Diverso il discorso per i grillini. Raccontano -leggiamo sull’Agi – che anche Di Battista ha dato una mano per convincere i riottosi sulla riforma del Mes a fare un passo indietro. La scusa. Per non lasciare a Renzi – questa la spiegazione che ha fornito ai suoi – il pretesto per rompere. Sulla riforma del Mes “abbiamo trovato una quadra interna. Molte nostre richieste sono state inserite nello schema di risoluzione, che sarà oggetto di contrattazione con il Pd”. Lo ha ammesso all’Adnkronos una fonte parlamentare pentastellata, tra i firmatari della lettera anti-Mes diffusa la settimana scorsa. “Hanno calato le braghe”: è il commento di FdI all’ennesima piroetta del M5S.
In particolare, viene spiegato all’interno del movimento, sarebbe stata esaudita la richiesta dei ‘dissidenti’ grillini di “anteporre cronologicamente alla riforma del Mes quanto riguarda Edis, Bicc ed Eurobond”. Ma “non sappiamo quanto rimarrà dopo il confronto con i dem”. Non tutti i firmatari della lettera però sarebbero rimasti soddisfatti: i deputati Alvise Maniero e Francesco Forciniti, in particolare, avrebbero espresso forti perplessità sul compromesso raggiunto. Insomma, il governo somiglia a una polveriera.