Di Maio in ginocchio scongiura i grillini: «Non mandate Conte sul patibolo, state buoni»
Di Maio barcolla, cerca di trovare una soluzione. Arriva a scongiurare i grillini alla state buoni se potete. Sembra recitare una parte di un film, ma non è né Johnny Dorelli né Philippe Leroy. Nel M5S c’è l’inferno, sa bene che il Mes è solo una delle scuse. I malumori ci sono da mesi, gli esponenti che hanno sbattuto la porta e se ne sono andati sono tanti. E le parole grosse si sprecano. Giggino si aggrappa a Conte, è il suo salvagente. Sa bene che dietro le quinte c’è Di Battista che scalpita, agisce e tira bordate.
Di Maio fa il duro con tono lacrimevole
All’assemblea dei grillini Di Maio usa sempre il suo tono lacrimevole. La prende alla lontana, «l’Italia ha bisogno di stabilità. Noi dobbiamo dargliela». Poi si mette in ginocchio: «Non potete portare Conte sul patibolo. Chi non voterà quella risoluzione, voterà contro il Presidente del Consiglio dei Ministri. Il Governo viene in aula a chiedere la fiducia del Parlamento per andare in Europa anche a trattare lo sblocco dei fondi del Recovery fund. Lo trovo francamente folle e irresponsabile».
«Serve grande senso di responsabilità»
«Siamo al governo della settima potenza mondiale», continua Di Maio. «Siamo in una fase come quella che stiamo vivendo a causa del Covid. Serve grande senso di responsabilità da parte di tutti. Non cadiamo nelle trappole di chi ci vuole deboli, di chi lavora solo per colpirci. Serve essere lucidi, bisogna informare correttamente i cittadini». Le sue parole sono piene di quello strano buonismo che Di Maio usa, spesso scimmiottando il buonismo di Conte. Caramelloso, facilmente smascherabile.
Di Maio e i numeri in Parlamento
«Mercoledì in aula non si voterà per accedere al Mes. È una bugia. Il Presidente del Consiglio all’Eurosummit si dovrà esprimere sulla riforma», aggiunge. «Una riforma che io stesso ho definito peggiorativa e che andava fermata anni fa. Ma i numeri per essere approvato in parlamento non ci sono».