La Boldrini non sa più come mettersi in mostra e Salvini la liquida: «Anche quando è festa…»
“Davvero una priorità per il Paese! Anche nei giorni di festa, sempre e comunque: colpa di Salvini”. Lapidaria è la risposta del leader della Lega al vittimismo di Laura Boldrini. Che ha scelto uno dei momenti peggiori che l’Italia sta attraversando per mettersi al centro del palcoscenico politico. L’annuncio di voler trascinare in tribunale Matteo Salvini per la campagna d’odio nei suoi confronti è quasi da ridere.
Salvini mette a tacere la Boldrini
“Ha fatto una campagna d’odio contro di me, campagna che non finisce mai”, ha piagnucolato l’ex presidente della Camera dalle colonne del Corriere della Sera. Ora viene da sorridere se pensiamo che è vero proprio il contrario. L’unico argomento che accomuna la sinistra è proprio l’antisalvinismo professato, parlato e scritto, sui social, durante i talk show e nelle dichiarazioni pubbliche. E’ spesso l’unico collante di un governo che – come si vede in queste ore- sta saltando in aria. Di cosa parla la Boldrini? Tra l’altro, in pieno delirio narcisistico, sostiene di essere stata lei l’artefice indiretta del successo elettorale di Salvini.
Salvini: “…anche nei giorni di festa!”
La causa per danni fa ridere e ha fatto bene Salvini a liquidare la questioni con poche parole. Sottolineando il momento veramente inopportuno per combattere guerricciole personali, prive di significato per un’Italia che non se la sta passando affatto bene. Invece di dare risposte lei sulle criticità del suo governo, se ne infischia e pensa a Salvini. Se non è ossessione questa… Sui social, pertanto il leader leghista posta un meme in cui rilancia un breve estratto di quanto detto dalla Boldrini al Corriere della Sera. E il commento, laconico: “Davvero una priorità per il Paese! Anche nei giorni di festa, sempre e comunque: colpa di Salvini”.
Del resto all’ex presidente della Camera non ne va bene una. E’ un po’ sfasata ultimamente, cerca un palcoscenico che non trova più. Come col caso Vittorio Feltri. Quando pretendeva che Mattia Feltri, direttore dell’Huffington post pubblicasse un suo articolo contro il padre Vittorio sul caso Genovese. Non ci riuscì e pianse ancora, tirandola per le lunghe. Meglio un dignitoso silenzio, in certi casi, che fare figuracce.