Natale, Crisanti: «Scelte fatte troppo tardi, la gente aveva il bisogno e il diritto di organizzarsi»
«Una qualche forma di lockdown a Natale era nell’ordine delle cose. Lo avevo detto e si è puntualmente verificato. Varare un decreto con restrizioni che coprano le Festività era la cosa giusta da fare. Solo forse avrebbero dovuto annunciarlo prima perché le persone hanno bisogno e diritto di organizzarsi e fatto così crea più disagio, ma era giusto muoversi in questo senso». A dirlo all’Adnkronos Salute è il virologo Andrea Crisanti.
Natale, Crisanti: «Scelte presentate troppo tardi»
Per il docente di microbiologia dell’università di Padova si è scelto di presentare le misure «troppo tardi. Fino alla fine si è fatto un tentativo disperato per non stare in zona rossa. Poi la Germania ha annunciato il suo lockdown e a catena tutti si sono mossi in questo senso. Forse è stato un bene. È stata d’esempio a tutta Europa».
A contare è la sostanza
La scelta di alternare zona rossa e arancione nonché le indicazioni delle deroghe per due (escluso under 14)? «Forse la forma scelta per dare le indicazioni è un po’ barocca», ammette Crisanti. «Ma alla fine, se si raggiunge l’obiettivo di diminuire i contatti fra le persone, va bene. Conta la sostanza».
Galli: «Sarebbe stato meglio decidere prima»
Anche Massimo Galli si sofferma sul decreto di Natale. «Ho seguito la conferenza stampa di Conte. Decisioni giuste ma se le avesse prese prima sarebbe stato meglio», puntualizza in un’intervista al quotidiano La Stampa. E sottolinea che la stretta «era necessaria. Gli interventi finalmente sono arrivati e questo va apprezzato. Nelle scorse settimane ho sottolineato più volte la contraddizione tra l’urgenza di rallentare i contagi per evitare la terza ondata e una più che discreta attenzione a facilitare il liberi tutti».
Lo shopping nei negozi per Natale
«Quando incentivi lo shopping nei negozi con il cashback è come se dessi la benedizione ai cittadini che vanno in centro, facilmente confondibile con la possibilità di ammassarsi. Un cattivo segnale», evidenzia Galli, «che mi ha ricordato il bonus vacanze estivo».