Palestre, cinema e ristoranti verso la chiusura anche dopo il 15 gennaio. La rabbia degli esercenti

28 Dic 2020 17:43 - di Davide Ventola
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A tre giorni alla fine del’anno e alla scadenza dell’ultimo Dpcm resta la spada di Damocle su milioni di imprese italiane. Quando riapriranno palestre, cinema e centri estetici e in generale quelle attività chiuse ormai da tempo?

Il Dpcm in vigore scade il 15 gennaio e soltanto a ridosso di quella data si decideranno le nuove aperture. Al momento, però, il governo non lascia trapelare grandi speranze. Inizialmente si pensava che le riaperture potessero avvenire già a metà gennaio, ma tutto è in divenire, con il Comitato tecnico scientifico che dovrebbe dare la propria opinione nei prossimi giorni anche in base ai dati sui contagi.

Riaprire palestre, cinema e ristoranti? Non se ne parla

I tempi non si annunciano brevi per palestre, cinema e ristoranti, anche tenendo conto dell’indice Rpt (nuovi positivi su tamponi effettuati) che oggi ha raggiunto il 12,5%. Come riporta il Corriere della Sera, le associazioni di categoria premono e sono molti ad aver messo a punto nuove linee guida. La possibilità che si ritorni in palestra è condizionata ad una serie di precauzioni e regole che si stanno mettendo nuovamente a punto. In discussione c’è la possibilità di contingentare ulteriormente il numero degli ingressi, ma anche quello di impedire ai clienti di poter accedere agli spogliatoi.

Entro l’Epifania il Cts conta di elaborare una serie di proposte – che si stanno studiando insieme agli esperti del ministero dello Sport – per garantire il rapporto uno a uno, con l’insegnante che svolgerebbe solo lezioni singole. Nelle piscine si sta valutando una persona per corsia.

Vissani guida la protesta dei ristoratori

Rischia di slittare ancora anche la ripresa dei cinema e dei teatri, così come quella delle sale da concerto. In questo caso il problema non sembra rappresentato da quanto avviene all’interno delle strutture ma dall’esterno con le file agli ingressi. Più semplice potrebbe essere la riapertura dei musei. Intanto bar e ristoratori preparano una class action, come ha dichiarato Gianfranco Vissani, tra i più attivi sul fronte degli chef e ristoratori. “L’unica cosa da fare è una class action contro il governo. Altro che Repubblica basata sul lavoro, non abbiamo più nulla“, ha ribadito il popolare chef. Ma la fine del tunnel, purtroppo, non si vede ancora. 

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