Protesta a Mazara sotto casa di Bonafede: “Sui pescatori rapiti in Libia non ha detto una parola”
I familiari dei pescatori rapiti in Libia ieri sono andati sotto casa dei genitori di Alfonso Bonafede. “Ministro dove sei?”, è stata la frase più gentile che sia stata proferita. Il Guardasigilli è nato e cresciuto a Mazara del Vallo. Tuttavia non ha speso una dichiarazione per i suoi concittadini.
I familiari dei pescatori contro il loro concittadino Bonafede
I familiari dei 18 pescatori sequestrati in Libia ieri hanno dato vita a una manifestazione di protesta a Mazara del Vallo dopo la liberazione di una nave turca sequestrata il 5 dicembre scorso dalle milizie del generale Haftar. Quindi, dall’aula consiliare dove si trovavano riuniti, si sono spostati davanti l’abitazione dei genitori del grillino Bonafede. Sul posto sono arrivati Polizia, Carabinieri e Polizia Municipale.
Dai parenti dei pescatori un solo grido: “Ministro, vergogna”
I familiari hanno inscenato la protesta al grido di “Vergogna, vergogna”. “Questi politici devono dimettersi – ha detto Giuseppe Giacalone, padre di Giacomo, uno dei marittimi sequestrati – è inaccettabile che la nave turca è stata presto liberata e i nostri figli sono rinchiusi in Libia da 102 giorni”
Al grido di ’Liberate i pescatorì, i familiari hanno protestato ricorrendo a fischietti ed esponendo lo striscione simbolo della loro denuncia. «Mio marito e gli altri uomini erano andati a lavorare, noi tasse non ne paghiamo più», ha detto Cristina Amabilino, moglie di uno dei pescatori. Anche lei si è piazzata verso l’abitazione in cui abitano i genitori di Bonafede. Presente sul posto anche il presidente del Consiglio comunale, Vito Gancitano, secondo cui «questa protesta fa capire tante cose, queste persone non ce la fanno più, non ci sono più parole da spendere. Soprattutto dopo la liberazione della nave turca. Rivolgiamo l’ennesimo appello a tutte le istituzioni, compreso il nostro concittadino Alfonso Bonafede».
Bonafede interviene su tutto tranne che sulla Libia
Eppure, in questi cento giorni, il ministro della Giustizia ha parlato dell’universo mondo. Ha avuto modo di scrivere sui Social della morte di Paolo Rossi, Maradona e Gigi Proietti. Ha partecipato a Domenica In da Mara Venier, da Bruno Vespa a Porta a Porta, a Otto e mezzo da Lilli Gruber. Ha preso posizione sui bonus per l’energia green. Ha elogiato i detenuti di Bollate che producono mascherine. Ha ricordato i 54 anni dall’alluvione di Firenze. È intervenuto persino sul progetto di una missione spziale italiana su Marte. Mai una parola sui marittimi siciliani. Più facile per lui parlare dei marziani. I quali, se esistono, danno meno grattacapi dei libici. Il problema è spiegarlo ai suoi concittadini.