Roberto Vecchioni, bordate alla sinistra: «Ha fallito. Non mi sono mai appiccicato etichette»
«Ero e resto una persona di sinistra, ma non mi sono mai appiccicato etichette e non sono mai stato un estremista. È inutile pensare oggi a dottrine economiche che pretendono che gli uomini facciano tutti le stesse cose. Hanno fallito. Appiattire il mondo a un’uguaglianza totale non è giusto. Gli uomini sono diversi, l’uguaglianza dev’essere morale e di opportunità». Roberto Vecchioni non nasconde il suo disincanto e la sua delusione. Intervistato su Liberoquotidiano.it da Pietro Senaldi spiega che oggi si «adatta a un capitalismo corretto e non prepotente, con una guida credibile e super partes, una specie di monarchia costituzionale dove il popolo c’entra ma ha rappresentanti di buon senso, buona fede e una solida cultura». Senaldi lo intervista in occasione dell’ultimo libro del cantatore Lezioni di volo e di atterraggio (Einaudi).
Vecchioni: «Sono un po’ snob»
Senaldi poi gli chiede: un governo degli ottimati? «Sì, può essere anche, io sono un po’ snob. Mi piacciono le persone che sanno le cose, hanno studiato l’uomo e intuiscono cosa potrà succedere. Se lo immagina un potere lasciato interamente al popolo? Che putiferio». E sul fatto che è di sinistra spiega: «La sinistra per me va oltre la politica. È un sentimento del mondo, un’esigenza dell’anima che suona così: vivo per allargare e includere anche se posso andare incontro a fregature. Certo, essendo ideologica, la sinistra ha problemi a calare i propri principi nella pratica e spesso si sfarina. Il che è paradossale pensando che nasce dal materialismo. Come detto, gli uomini non sono all’altezza delle loro idee». È una critica all’attuale classe dirigente? «No. E poi la sinistra è per natura plurale, non ne esiste solo una, ma per me questo è un valore».
«Gli artisti a volte sono compiacenti»
Senaldi gli domanda ancora: “Lei dedicò una canzone sferzante ai suoi colleghi artisti e letterati…”. «Più di quarant’ anni fa… I Poeti. Non è cambiato molto, i poeti sono spesso degli imbroglioni. A volte gli artisti sono in malafede, diventano compiacenti per aver spianata la strada del successo facile. Ed è tipico di certi cervelloni voler schiacciare con le loro idee le persone».