Roma, la sinistra si spacca su M5S e Raggi. +Europa abbandona il tavolo della coalizione
Non bastavano le ambasce nazionali. A rendere più cupa l’aria che sovrasta la maggioranza di governo occorreva anche il rincalzo capitolino. Il dossier della successione a Virginia Raggi si fa ogni giorno più spinoso per la sinistra. Solo poche ore fa un tweet di Benedetto Della Vedova ha impietosamente evidenziato le spaccature della coalizione. «+Europa – vi si legge – sospende la partecipazione al tavolo del centrosinistra per Roma. Il Pd faccia chiarezza: se persegue una alleanza con il M5S, con o senza Raggi, noi non ci saremo».
Il Pd attende la sentenza sulla Raggi
La sinistra è divisa in tre parti. La prima – Leu e SI – è per l’accordo incondizionato con i grillini. La seconda – Azione e +Europa – è contro ogni ipotesi di intesa con i Cinquestelle. In mezzo c’è il Pd che l’accordo lo farebbe, a patto che la sindaca uscisse di scena. Per questo attende lo sviluppo della sua vicenda giudiziaria. Se la Raggi sarà condannata, avrà maggiori possibilità di vederla sostituita. Una posizione subito censurata da Carlo Calenda, già candidato in cerca di partiti, attraverso il «congelamento» del tavolo della coalizione.
Zingaretti “stretto” tra Calenda e Cinquestelle
Il nodo, quindi, resta quello del rapporto con il M5S. Sul punto, il Pd si spezza ma non si spiega. Anzi bolla come «provocazioni» le richieste di chiarimento che arrivano dai sostenitori di Calenda. È fin troppo evidente che assumere una posizione netta è per i dem molto più difficile che per gli altri spezzoni della sinistra. Non replicare nella Capitale la maggioranza che oggi regge il Conte-bis si trasformerebbe per forza di cose in un’ammissione di fragilità politica e di precarietà temporale. Un lusso che – Raggi o non Raggi – Zingaretti non può permettersi. La speranza è che ancora una volta sia un tribunale a decidere per la politica. E forse, sotto sotto, è quel che in cuor suo auspica anche Di Maio.