Vaccino anti Covid obbligatorio? Ecco cosa dice la Costituzione: si può fare, ma non con un Dpcm
L’obbligo di vaccinarsi contro il coronavirus può benissimo essere introdotto dallo Stato, purché a farlo sia non un Dpcm governativo ma una legge ordinaria approvata dal Parlamento. E, a quel punto, al dovere di vaccinarsi corrisponderebbe uno speculare diritto ad essere vaccinati, da parte di tutti gli italiani. Sono questi i termini della questione, dal punto di vista giuridico, inquadrati dal presidente emerito della Corte costituzionale, Cesare Mirabelli.
L’articolo 32 della Costituzione
“Vale l’articolo 32 della Costituzione – premette il costituzionalista – essendo il vaccino un trattamento sanitario che può essere reso obbligatorio. Ma occorre una disposizione di legge e sempre a patto che sia proporzionato rispetto al risultato che si intende raggiungere. Il principio generale è che la salute è un diritto dell’individuo ma anche un interesse della collettività e di fronte a un pericolo grave la legge può imporre l’obbligo della vaccinazione”.
Ci sono altri vaccini obbligatori
Osserva Mirabelli: “Già vi sono altri vaccini obbligatori, ma riguardano i minori. Il problema è valutare se si è o meno di fronte a un pericolo grave, che non sia fronteggiabile diversamente e per il quale i benefici del vaccino siano reali: pensiamo ad esempio alla poliomielite o al vaiolo, che sono stati debellati proprio grazie alla vaccinazione”.
Obbligo non vuole dire coattività
Ma, avverte il presidente emerito della Consulta, “attenzione: obbligo non vuol dire coattività. Nel senso – spiega – che se disobbedisco all’obbligo andrò incontro alle sanzioni che saranno previste dalla legge; non è che chi non si vaccina viene inseguito dalle forze dell’ordine e portato in un ospedale dove un medico gli inserirà una siringa a forza… Obbligo vuol dire che c’è un dovere di obbedire ma non una coazione fisica che costringa all’obbedienza“.
In fondo, ragiona Mirabelli, “è comunque interesse dell’individuo se la vaccinazione lo rende immune da un pericolo; ma al tempo stesso anche interesse della collettività. E se ci fosse un danno arrecato dal vaccino reso obbligatorio, la persona dovrebbe essere indennizzata. Del resto, ogni vaccino ha una percentuale, magari anche minima, di rischio. Ma l’interesse generale prevarrebbe sui dubbi e sulle remore del singolo”.