Vergogna a Reggio Emilia, stop alla via per Norma Cossetto, torturata e uccisa dai partigiani: “Storia incerta”
A Reggio Emilia una via per il maresciallo Tito c’è. Per Norma Cossetto, invece, una via non ci può essere perché servono “approfondimenti” sulle “incertezze della sua vicenda storica”. Arrivando, perfino, a mettere in discussione le motivazioni della Medaglia d’oro che nel 2005 fu conferita a questa giovane italiana, che a 23 anni fu torturata, stuprata e infoibata proprio dai partigiani di Tito. Ma, ha assicurato l’assessore alla Toponomastica, Lanfranco de Franco, nello stop all’intitolazione della via “non c’è alcuna volontà di revisionismo”.
Lo stop di negazionisti irriducibili a Via Norma Cossetto
C’è davvero dell’incredibile nella vicenda reggiana, che rappresenta solo l’ultimo dei numerosi oltraggi di certa sinistra negazionista e irriducibile alla memoria di Norma Cossetto e di tutte vittime delle Foibe di cui, in fin dei conti, questa ragazza è diventata il simbolo. A colpire è, in particolare, il picco di sfacciataggine di questo ennesimo tentativo di nascondere dietro presunte ragioni storiche una scelta che è chiaramente, inequivocabilmente tutta politica. Per giustificare lo stop, infatti, de Franco ha rimandato al parere di un membro della commissione tecnica, Massimo Storchi, in forze guarda caso all’Istoreco, l’Istituto per la storia della Resistenza di Reggio Emilia.
“Incongruenze sulla figura di Norma Cossetto”
“La commissione – ha sostenuto de Franco – ha sempre lavorato in autonomia. Quindi, mi rimetto al fatto che uno storico”, Storchi, appunto, “dice che a suo giudizio sulla figura di Norma Cossetto ci sono delle incongruenze“. “I membri della commissione si sono premurati di andare a vedere i documenti che sono stati alla base del conferimento della Medaglia d’Oro al merito civile. E, non trovando particolari approfondimenti, hanno detto: aspettiamo per capire meglio”.
Mettono in discussione pure la Medaglia d’oro
Nel verbale della commissione toponomastica, che si è riunita il 27 ottobre e alla quale ha partecipato lo stesso de Franco, emerge che per Storchi mancherebbero “notizie storiche certe e verificate riguardanti le vicissitudini che hanno portato alla cattura e all’uccisione della Cossetto”. Invece, “esistono, solo fonti verbali circa l’accaduto, tutte provenienti da un un’unica fonte, la famiglia aderente al fascismo anche durante la repubblica di Salò, mentre il padre morì combattendo a fianco dei nazisti durante la repressione antipartigiana in Istria“.
Quello che si evince dalla vicenda di Reggio Emilia
Insomma, a Reggio Emilia non siamo solo di fronte alla solita storia per cui, in fin dei conti, Norma Cossetto “era una fascista”. Siamo direttamente all’accusa di una vicenda inventata. Una bufala storica nella quale sarebbero caduti tutti, presidenza della Repubblica compresa. Tranne evidentemente, lo scrupoloso Storchi e con lui l’irreprensibile giunta Pd di Reggio Emilia, che a 77 anni da quel brutale assassinio e a 15 dalla medaglia d’oro conferita a Norma Cossetto vogliono vederci chiaro.
La giunta si nasconde dietro il parere degli “storici”
“Rispetto ad alcune incertezze sulla vicenda storica di Norma Cossetto, i membri della commissione valutano di chiedere approfondimenti al presidente della Repubblica”, ha detto de Franco, nascondendosi poi dietro il parere “tecnico” degli storici. “Io non sono uno storico, in quella commissione ci sono storici con i titoli e che lo fanno di professione. Hanno valutato che i documenti presenti online, rispetto al conferimento della Medaglia, non fossero sufficienti”.
Ma guai a parlare di “revisionismo”
Ma per carità, guai ad adombrare il sospetto di revisionismo. Secondo de Franco sulla via per Norma Cossetto la commissione ha fatto solo il suo dovere. E, poi, quante storie, sembra suggerire l’assessore: in fin dei conti “a Reggio c’è una via dedicata ai martiri delle Foibe”. Dunque, “la vicenda storica non è messa in discussione. Qui è stato valutato un caso specifico su cui la commissione aveva perplessità, ma non si mette in discussione la vicenda storica delle Foibe e questa tragica vicenda”.
A Reggio Emilia vogliono le scuse del Quirinale?
Insomma, l’indignazione suscitata dal caso dello stop alla via per Norma Cossetto a Reggio Emilia, che è arrivata anche in Parlamento grazie a un’interrogazione dei senatori di Forza Italia Maurizio Gasparri ed Enrico Aimi, sarebbe solo un polverone politico suscitato ad arte. “È chiaro che la polemica politica è presto servita e non mi sfugge il motivo. Ma francamente non c’è nessuna volontà di revisionismo sulla vicenda, e ci mancherebbe altro”, ha sostenuto de Franco, in attesa che la presidenza della Repubblica fornisca a lui e Storchi pezze d’appoggio, giustificazioni e – perché no? – magari delle scuse sulla medaglia d’oro a Norma Cossetto.