Allarmi, c’è la pasta fascista… crociata antifà contro le abissine, marca La Molisana

5 Gen 2021 16:33 - di Redazione
Molisana

Hanno toccato il fondo. E il fondo è la nuova crociata antifascista sui social contro le “abissine” , un formato di pasta della marca la Molisana. Sono conchiglie rigate, ma richiamano il passato coloniale con quel nome così “indecente”. Che poi la stessa casa che le produce, la Molisana, le definisce ironicamente “di sicuro sapore littorio”, ammiccando al colonialismo anni Trenta.

La frase incriminata sugli anni Trenta

Ecco la frase incriminata del pastificio: “Negli anni Trenta l’Italia celebra la stagione del colonialismo con nuovi formati di pasta: Tripoline, Bengasine, Assabesi e Abissine.  La pasta di semola diventa elemento aggregante? Perché no! […] Di sicuro sapore littorio, il nome delle Abissine Rigate all’estero si trasforma in “shells”, ovvero conchiglie”.

Paolo Berizzi fa partire la solita crociata

Orrore. Scandalo. Indignazione. Il solito Paolo Berizzi tuona su Twitter: “Il problema non è solo la cosa in sé, e cioè l’infelice marketing #lamolisana che ammicca al tragico #colonialismo razzista. Il problema è che l’hanno fatta perché a molti sarebbe piaciuta. Derubricare a folklore vuol dire normalizzare una schifezza infilandola nella banalità”.

Il vero antifascista non mangia la pasta della Molisana

I suoi follower non vedono l’ora di rinnovare le epiche gesta partigiane boicottando la pasta La Molisana che mai più albergherà nelle dispense democratiche. Meno male che qualcuno fa notare a Berizzi che “è dagli anni ’30 che quel formato di pasta si chiama così. È più folkloristico lei che cerca, contestando il nome di un formato di pasta, di berciare politicamente su una pagina della storia d’Italia con una banale strumentalizzazione”.

Le scuse della responsabile marketing

Rossella Ferro, che fa parte della famiglia titolare del pastificio e ne è la responsabile marketing, si affretta a scusarsi con Repubblica: “Non abbiamo alcun intento celebrativo quando parliamo di questi formati storici, nati negli anni ’30. E infatti abbiamo appena provveduto a cambiare le schede descrittive dei prodotti. Siamo molto attenti alla sensibilità dell’opinione pubblica e in questo caso l’unico errore è stato non ricontrollare tutte le schede affidate all’agenzia di comunicazione. E invece è la conferma che non si può perdere di vista nemmeno un dettaglio. Ribadisco che per noi non c’è alcun sentimento di celebrare quel periodo storico”. Alla dichiarazione ha fatto seguito un comunicato in cui l’azienda annuncia che i nomi dei formati di pasta saranno prontamente revisionati.

A questo punto, a partire dai prossimi giorni, si vedrà se la comunicazione pubblicitaria era davvero così imbarazzante o se qualcuno per solidarietà con il pastificio sbattuto sul banco degli imputati vorrà proprio acquistare i formati finiti nell’occhio del ciclone.

 

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