Arcuri schiva le critiche: “Speriamo nel via libera dell’Ema al vaccino AstraZeneca entro gennaio”
“Ci auguriamo che entro fine gennaio Ema autorizzi anche vaccino AstraZeneca“. E’ l’auspicio di Domenico Arcuri che fa il punto sul piano dei vaccini nel giorno dell’arrivo delle prime dosi di Moderna. Tra mille polemiche, scetticismi e ritardi il commissario straordinario per l’emergenza covid vede positivo. Reduce dalle critiche sul caso delle siringhe.
Arcuri: speriamo nel via libera per AstraZeneca a fine gennaio
“Dopo quasi un anno di buio cominciamo finalmente a intravedere un po’ di luce in fondo al tunnel. L’arrivo del vaccino di Moderna dopo quello di Pfizer è un’altra bella notizia che ci consente di proseguire la campagna di vaccinazione anti-Covid. Per la quale – aggiunge Arcuri – l’Italia è al primo posto in Europa. Ci auguriamo tutti che entro la fine di gennaio l’Ema autorizzi anche il vaccino di AstraZeneca.
“La strada per l’unità di gregge è ancora lunga”
Ma – è costretto ad ammettere – la strada per arrivare all’immunità di gregge è ancora lunga. E impone a tutti di non abbassare la guardia sulle misure di contenimento del virus“.
Sullo sfondo non si esauriscono le polemiche sull’acquisto e la distribuzione dei vaccini da parte dell’Ue. “Come Commissione europea abbiamo comprato tutti i vaccini contro la Covid-19 che potevamo”. Parola di Sandra Gallina, direttrice generale per la Salute e la Sicurezza alimentare della Commissione di Bruxelles.
Gallina: “Non abbiamo comprato aspirine…”
“Al momento attuale gli Stati Ue hanno assicurate forniture di vaccini contro la Covid-19 sufficienti per “380 mln di persone”, spiega. “Considerando solo quelli già autorizzati, cioè Pfizer-BionTech e Moderna”. Gallina fa il punto della situazione in audizione da remoto davanti alla commissione Envi del Parlamento Europeo, a Bruxelles. Parole rivolte all’eurodeputata leghista Silvia Sardone. Che ha accusato la Commissione di aver opzionato troppo poche dosi di vaccini.
La dg per la Salute e la Sicurezza alimentare ha sottolineato che la Commissione Ue non ha “comprato scatole di aspirine”. Ma “vaccini che ancora non esistevano. Perché, quando sono stati negoziati i contratti di acquisto anticipato, non era possibile avere la garanzia che questo o quel vaccino avrebbe superato tutto l’iter clinico. E autorizzativo previsto“.