Arcuri sui vaccini fa il sovranista: sosteniamo quello italiano di Reithera e ce lo produciamo da soli

29 Gen 2021 13:33 - di Adele Sirocchi
Arcuri

Domenico Arcuri abbandona i toni trionfalistici sui vaccini e ammette che le cose non stanno andando bene. “Ci mancano – dice – almeno 300mila dosi di vaccino che avremmo dovuto ricevere e non abbiamo ricevuto”.

Finora consegnate 2.319.135 dosi di vaccino

Impossibile fare di più: ”Delle 2.319.135 dosi di vaccino che sono state consegnate alle nostre regioni, ne sono state somministrate circa il 73%. Più di questo non possono fare, se non mettendo a rischio la precauzionale dotazione di magazzino necessaria a somministrare le seconde dosi, che come vedete, visto che ogni giorno c’è una notizia peggiore di quella del giorno prima, è necessario che preservino. Pertanto più di questo la nostra macchina, con questa dotazione, con questi ritardi, con questi inadempimenti non può fare”.

Anche Moderna taglia le consegne del 20%

E le brutte notizie non finiscono qui. ”Anche Moderna – afferma Arcuri – ci ha informato che per la settimana dell’8 febbraio delle previste 166mila dosi di vaccino destinate all’Italia ne consegnerà 132mila, il 20 per cento in meno. Quindi dopo Pfizer e AstraZeneca anche Moderna. Purtroppo ormai quasi ogni giorno le previsioni circa l’andamento e la durata della campagna di vaccinazione nel nostro Paese subiscono una rettifica”.

Arcuri fa il sovranista: produzione autoctona del vaccino

Sulla soluzione Arcuri sembra convertito al sovranismo: bisogna arrivare a una produzione autoctona dei vaccini. E nel frattempo sostenere il vaccino Reithera, il vaccino italiano che lo Spallanzani sta sperimentando, perché la sua approvazione sia accelerata.

Gli investimenti per il vaccino Reithera

Come riferisce Il Sole 24 ore “in base alla deliberazione del cda Invitalia acquisirà una partecipazione del 30% del capitale della società a seguito di un aumento del capitale di ReiThera. Il contratto di sviluppo presentato dall’azienda prevede un finanziamento industriale e di ricerca da 81 milioni di euro. Gran parte dell’investimento, 69,3 milioni, sarà destinato alle attività di ricerca e sviluppo per la validazione e produzione del vaccino. La restante quota (11,7 milioni) sarà utilizzata per ampliare lo stabilimento di Castel Romano, dove sarà prodotto il vaccino. Le agevolazioni concesse, in conformità alle norme sugli aiuti di Stato, ammontano a circa 49 milioni di euro: 41,2 milioni a fondo perduto e 7,8 milioni di finanziamento agevolato”.

L’obiettivo strategico di Arcuri

“L’obiettivo strategico – conclude Arcuri – è rendere anche il nostro Paese dotato di una rete di sperimentazione e di sviluppo diversa da quella che abbiamo trovato all’inizio di questa emergenza e perché no di un livello accettabile di produzione autoctona di vaccini e di farmaci necessari a contrastare il covid-19”.

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