Assalto a Capitol Hill, arrestato lo “Sciamano” Jake Angeli: «Orgoglioso di quello che ho fatto»
Lo “Sciamano” è stato arrestato. Jake Angeli, che con il volto dipinto e il copricapo con le corna è diventato il simbolo dell’assalto a Capitol Hill, è stato incriminato per essere entrato volontariamente e essere rimasto in un edificio governativo senza l’autorizzazione e per ingresso e condotta violenta all’interno del Congresso. Oltre ad Angeli, il cui vero nome è Jacob Anthony Chansley, oggi, è stato arrestato anche Adam Christian Johnson. Si tratta dell’uomo fotografato con il leggio della speaker Nancy Pelosi sotto braccio. Per questo per Johnson è scattata anche l’accusa di furto di bene pubblico.
Il Dipartimento di Giustizia: “Arrestato lo Sciamano”
Nel dare la notizia dell’arresto dello Sciamano, il dipartimento di Giustizia Usa ha sottolineato che gli investigatori hanno identificato Chansley “come l’uomo entrato nel Campidoglio vestito con corna, pelle di animale, il volto dipinto di rosso, bianco e blu, a torso nudo. Questo individuo – si legge nel comunicato – aveva in mano una lancia, lunga circa 2 metri, con una bandiera americana arrotolata sotto la lama”. “No, non sono per niente preoccupato, ho contatto io l’Fbi, sono orgoglioso di quello che ho fatto”, aveva detto Angeli in un’intervista poco prima dell’arresto. “Sono abbastanza orgoglioso della mia partecipazione. Mi piace pensare – aveva aggiunto – che sono stato osservatore della storia che si faceva davanti ai miei occhi”.
In carcere l’uomo con il leggio: ecco chi è
Nella stessa nota il Dipartimento ha dato notizia anche dell’arresto di Johnson, fermato in Florida con un mandato di arresto federale. Gli investigatori hanno identificato Johnson proprio grazie a quella foto e al fatto che lui stesso aveva pubblicato sui social diversi post in cui affermava di essere a Washington poco prima dell’assalto a Capitol Hill. Secondo quanto riporta il Miami Herald, l’uomo è padre di cinque figli, dei quali si occupa stando a casa, e vive con la moglie a Parrish. Lo stesso quotidiano riporta che ora è detenuto nella prigione della Pinellas County.
In manette anche un deputato del West Virginia
Sempre il Dipartimento di Giustizia ha ricordato che ieri c’è stato l’arresto di un terzo uomo, Derrick Evans, 35enne del West Virginia. Anche Evans, che di recente era diventato membro della House of delegates del suo Stato, aveva postato sui social video dall’interno del Campidoglio. Già durante la rivolta la polizia aveva arrestato 52 persone, tra le quali quattro trovare in possesso di armi senza licenza o proibite. Ieri poi il dipartimento di Giustizia ha annunciato l’incriminazione di 13 persone. Tra queste proprio il deputato statale della West Virginia, oltre all’uomo fotografato con i piedi sulla scrivania di Pelosi e rintracciato in Arkansas.
Gli investigatori puntano sulle foto postate sui social
E proprio sulle foto contano Fbi e Atf (l’autorità preposta alle indagini federali sulle armi, ndr) per arrivare a nuovi arresti. Il comunicato del Dipartimento di giustizia, infatti, si conclude con la richiesta degli investigatori ai cittadini di fornire ogni informazione e materiale utile per “identificare le persone che hanno incitato la violenza”, con particolare riferimento alle foto digitali.