Azzolina spalle al muro: “Tornate a scuola”. Ma gli studenti in rivolta vanno a protestare al Ministero
Scuola, la ministra Azzolina nel mirino degli studenti in rivolta, insieme a docenti e famiglie. Licei occupati. Cartelli e proteste a viale Trastevere. Scioperi e tanto, tanto, malumore, misto a preoccupazione. Indignazione. Disorientamento. Il caos scuola al suo ultimo atto, travolge la ministra grillina Azzolina. La quale, spalle al muro, di fronte all’onda d’urto della protesta studentesca (e delle famiglie dei ragazzi). Travolta da polemiche e criticità, riesce a replicare solo con un semplice “tornate a scuola”. Ma dove? In aule con le finestre aperte? Come? Con mezzi pubblici sovraffollati? E a condizione di una doppia turnazione disagevole e a dispetto di una didattica al 50% che si è rivelata “fallimentare”.
Azzolina nel mirino di prof, studenti, famiglie: la scuola in rivolta
E allora, solo per rimanere entro i confini della capitale e nelle ultime ore di proteste e recriminazioni, a Roma il liceo Kant è occupato. Presidiato dai blindati della polizia e oggi, al culmine di una settimana di mobilitazione, con i genitori schierati al 100% con i ragazzi in rivolta contro lo scaglionamento degli orari. E il rimedio non risolutivo di una didattica a distanza che, ancora oggi, hanno bollato come «inadeguata a garantire il diritto allo studio». Specie laddove, come in moltissimi istituti del Paese, incombe l’incubo della mancanza di connessione e l’assenza di strumenti tecnologici idonei a seguire le lezioni online. E non che le cose, dalla periferia al centro, vadano meglio.
Roma, Kant occupato, liceo Visconti in piazza
Oggi, gli studenti del liceo Visconti hanno portato la protesta in Campidoglio. Perché, dichiarano – e tra gli altri il sito di Roma Today, registra –: «I problemi relativi al rientro delle superiori non sono mai stati risolti. L’inefficienza del trasporto pubblico, con mezzi scarsi e tanto affollati da non permettere il rispetto delle distanze anti contagio da Covid-19, è il punto chiave». Rivendicazioni che puntano dritto al cuore della politica. Tanto che, gli studenti in rivolta spiegano: «La nostra protesta non può essere contro il ritorno in presenza (una boccata d’aria nella psicosi della Dad). Non può essere contro la gestione (impeccabile) del rientro da parte del nostro istituto. Ma è contro il Ministero dei Trasporti. Contro le bugie della regione Lazio e del suo presidente Nicola Zingaretti. E, infine, contro la malagestione dei mezzi pubblici della sindaca Virginia Raggi».
Non solo Roma: la protesta esplode in molte città del Belpaese
E non è ancora tutto. Mentre sul liceo Teresa Gullace aleggia lo spettro dello sciopero bianco dei docenti, moltissime altre scuole romane annunciano altre forme di dissenso. E dal Pascal al Talete, dal Giulio Cesare al Tasso è tutto un vulcanico susseguirsi di comunicati di protesta. Di striscioni polemici. Di richieste fin qui cadute nel vuoto. Non solo Roma, però. Il fermento anti-Azzolina è ormai diffuso in gran parte del Belpaese. Anche per questo, nonostante la pioggia e le norme anti assembramento, la protesta di studenti, docenti e Ata è andata avanti anche questo pomeriggio. Quando, in circa 200 tra docenti, studenti e personale Ata, si sono trovati sotto il Ministero dell’Istruzione a Viale Trastevere per chiedere alle istituzioni di ripensare insieme la didattica partendo dall’eliminazione delle classi pollaio.
Scuola: ecco tutto quello che manca
Uniti, personale scolastico, allievi e genitori, nel chiedere, come riferisce l‘Adnkronos, l’implementazione di un sistema di screening periodico dedicato alle scuole. L’accesso rapido ai tamponi. Un sistema di tracciamento funzionante. E soprattutto, trasporti adeguati al fabbisogno dei flussi scolastici in entrata e in uscita. Personale scolastico inserito come prioritario nella fase 1 dell’agenda vaccinale. L’assunzione di un maggior numero di insegnanti, l’eliminazione del precariato. La ristrutturazione e l’ampliamento ove possibile. E ove non possibile, la costruzione di nuovi edifici scolastici, con aule ampie e dotate di un efficace sistema di aerazione.
La risposta della ministra Azzolina…
Ma a tutto questo, come ha risposto la ministra Azzolina? Preso atto che gli studenti che protestano in molte città italiane «stanno chiedendo di andare a scuola. Ed è una cosa molto bella», ha invitato tutti gli studenti a farlo. Esortandoli con un semplicistico: «Tornate in classe». Perché, a suo dire, ora ci sarebbero le condizioni di sicurezza. Anche se: le classi-pollaio non sono state cancellate. Gli impianti di aerazione non sono stati installati nelle classi. Il tracciamento effettuato con tamponi rapidi nelle scuole risulta ancora scarso. E nonostante mostri di non voler capire che studenti, docenti e famiglie non accettano che la ministra continui a dire di stare dalla loro parte. E così, la protesta continua. A oltranza. Non solo a Roma...