Bologna, sentenza Cavallini. Raisi: i testimoni della difesa denunciati, roba da Corea del Nord

9 Gen 2021 16:55 - di Redazione
Bologna

Enzo Raisi, ex deputato del Pdl, bolognese e già membro della commissione Mitrokhin, commenta le motivazioni della sentenza di condanna all’ergastolo dell’ex Nar Gilberto Cavallini.

Raisi: denunciati i testimoni della difesa, una cosa che mi lascia sconvolto

“Sulla sentenza Cavallini sono stupito per diverse cose. – dice Raisi – Mi lascia molto perplesso il fatto che nessuno abbia ritenuto necessario procedere ad accertamenti sul rinvenimento nella tomba della vittima Fresu del lembo facciale di un’altra probabile 86esima vittima. Mi lascia sconvolto anche come, a margine della sentenza, vengano denunciate più di 11 persone testimoni della difesa per falsa testimonianza o reati simili. Una cosa che avviene forse in Corea del Nord e che non mi era mai accaduto di vedere”.

Ignorati gli esiti di due commissioni: la Mitrokhin e la Moro

“La sentenza stessa è una chiosa al processo principale – continua – E’ molto negativo il fatto che si continui a negare il Lodo Moro e la pista palestinese, quando ci sono in Italia in questo momento giudiziario due verità, una che emerge dalle commissioni di inchiesta, la Mitrokhin e la Moro, che dicono chiaramente che la strage di Bologna è avvenuta in un contesto di rottura del Lodo Moro, quindi pista palestinese e terrorismo palestinese, che ha accertato la presenza di almeno sei terroristi presenti quel giorno a Bologna e legati al terrorismo internazionale e palestinese, Carlos e Br, e che nessuno abbia mai accertato quanto emerso dalle commissioni di inchiesta parlamentari. Per la prima volta in Italia le istituzioni parlamentari e i tribunali non si sono parlati“.

Grave che i giudici di Bologna non abbiano mai ascoltato Gero Grassi

“Non entro nel merito della sentenza che non ha tuttavia fatto luce su quanto uscito da due commissioni d’inchiesta parlamentare – incalza Raisi – E’ evidente che potrebbe emergere una verità diversa qualora prendessero in considerazione gli esiti delle commissioni d’inchiesta. C’è un vulnus istituzionale molto grave, il parlamentare Pd Gero Grassi disse in commissione Moro di voler essere ascoltato dai giudici di Bologna perché aveva visto delle carte che gli davano un contesto diverso rispetto a quello emerso dai processi. Il fatto che la Procura di Bologna non lo abbia mai ascoltato è molto grave”.

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