Conte nella replica si inginocchia ai volenterosi: “Ho un progetto preciso, c’è spazio per tutti…”

18 Gen 2021 18:42 - di Stefania Campitelli

Ringrazia, il giusto. Chiarisce, poco. Rinnova l’appello alla responsabilità, alla necessità di proseguire il cammino iniziato. E’ una replica senza anima, ripetitiva appunto, quella che Giuseppe Conte concede all’aula di Montecitorio prima del voto di fiducia. Prova a non scontentare nessuno. Sorvola rigorosamente sulle critiche di merito e di metodo dell’opposizione. Lancia qualche amo in mare aperto. Ogni pesciolino pescato, anche all’ultimo, è il benvenuto. Ma chi ci casca?

La replica-replicante di Conte

“In qualche intervento – dice Conte – c’è stato qualche notazione critica sugli appelli  che ho rivolto. Il mio è un appello nitido per un progetto politico ben preciso, articolato. Che mira a rendere il nostro paese più moderno e completare tante riforme e interventi messi in cantiere“. L’avvocato del popolo, tra qualche papera e un po’ di nervosismo dissimulato, punta tutto sul tasto della continuità. Vietato, sembra far capire, interrompere il suo capolavoro. Bisogna continuare a tutti i costi. Per il bene dell’Italia nel morso della pandemia, naturalmente. Con qualsiasi innesto. Per fare cosa? “Per realizzare la transizione verde, digitale e affrontare tutte le diseguaglianze vecchie e nuove”.

“Faccio appello ai singoli parlamentari”

Conte si improvvisa raffinato sociologo quando si fa interprete delle nuove diseguaglianze di genere, generazionali e territoriali che la pandemia ha disegnato. “La forza di questo progetto è lavorare in questa direzione”. Di fronte alle critiche trasversali sulla ricerca spasmodica di una maggioranza, qualsiasi, rabberciata, che gli permetta di restare a Palazzo Chigi, Conte si difende attaccando. “Non bisogna avere timori e timidezze quando si ragiona con una prospettiva certa. Faccio appello a tutte le forze politiche e ai singoli parlamentari. Chi si riconosce in questo disegno può dare una mano di idee e contributi”.

Tutti dentro, quelli con una ‘chiara vocazione europeista’

Come nelle comunicazioni della mattina il premier insiste su alcuni paletti. E’ costretto a farlo. Si appella a chiunque dimostri una “chiara vocazione europeista”. Poi, per non dimenticare nessuno, aggiunge ‘liberale’, ‘democratica’ e ‘socialista’. Insomma guarda a tutte le famiglie politiche tradizionali, fatta eccezione per i pericolosi avversari sovranisti. Meloni e Salvini. Una partita persa, ovviamente. A Forza Italia, invece, lascia la porta aperta con quel malcelato appello ai liberali.

La retorica delle energie migliori

“Dalle scelte che ciascuno farà – dice solenne – dipende il futuro del paese. Che siamo chiamati a costruire insieme alla luce del sole”. E giù con la retorica delle energie migliori. “Che dietro ci sia un progetto chiaro e ben articolato – insiste – dà nobiltà a questa iniziativa”. Non poteva mancare l’autocelebrazione della sua politica comunitaria. “L’Italia vanta una forte sintonia con l’indirizzo della Commissione europea”, dice rivendicando anche un lusinghiero rapporto amicale con il successore di Trump. Conte riferisce di una telefonata ‘calorosa’ con Biden e gioca la carta facile della denuncia dei ‘drammatici fatti del 6 gennaio’.

Il Sud è in cima all’agenda di Palazzo Chigi

Poi un’ultima veloce carrellata sui grandi successi archiviati. Dal terremoto (“abbiamo superato le lentezze del passato”) alla semplificazione normativa (“che si sta rivelando molto efficace”) passando per la nuova carta delle autonomie. Tanto per strizzare l’occhio a Comuni, province e Regioni. Un ‘aggiornamento’ lessicale sui ristori e un passaggio sul Sud, dimenticato nelle comunicazioni di apertura, è il gioco è fatto.  “Attenzione – dice Conte sul finale – il sud è in cima all’agenda di governo, non per scelta ideologica. Se l’Italia non va è perché il sud non corre, la fiscalità di vantaggio che ho citato è un provvedimento storico. E’ solo un tassello di una strategia complessiva”. Progetto articolato e strategia complessiva sono le parole più utilizzate. Di più l’avvocato del popolo non può più fare. Resta in attesa dei numeri. Scontati a Montecitorio. Ancora in bilico a Palazzo Madama. 

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