Covid, altri 10.800 casi e 348 morti. Solo 118mila vaccini: il rilancio economico si allontana

4 Gen 2021 18:16 - di Sveva Ferri
vaccini covid

Calano i numeri assoluti del contagio, ma non cambia il tasso di positività rispetto a ieri. I dati di oggi sull’andamento del coronavirus in Italia parlano di 10.800 nuovi contagi a fronte di 77.993 tamponi effettuati. L’indice di positività si attesta, quindi, intorno al 13,8%, lo stesso di ieri, quando sono emersi 14.245 nuovi positivi su 103mila tamponi. Si tratta, comunque, di una notizia non negativa se si considera che appena l’altro ieri l’indice era schizzato al 17,6%. Pessime, invece, le notizie sul fronte dei vaccini anti Covid, dove le lentezze rischiano di assestare un nuovo durissimo colpo all’economia.

Meno terapie intensive, ma più ricoveri

I decessi nelle ultime 24 ore sono stati 348, uno solo in più rispetto a ieri. Il totale arriva così a 75.680 vittime dall’inizio della pandemia. Calano anche, sebbene sempre di poche unità, i pazienti ricoverati in terapia intensiva: sono oggi 2.579, quattro in meno di ieri; i nuovi ingressi sono stati 136, a fronte dei 154 di ieri. Aumentano, invece, le degenze nei reparti Covid ordinari: sono 242 in più rispetto a ieri, quando rispetto al giorno prima erano aumentate di 127 unità. I pazienti ricoverati in reparto sono dunque 23.317 in totale. I guariti da ieri sono stati 16.206, che portano il totale a 1.520.106.

La lentezza nei vaccini allontana la ripresa post Covid

La regione più colpita è il Veneto con 1.682 nuovi casi. Seguono l’Emilia con 1.600, il Lazio con 1.334 e la Lombardia con 863. Ma, ormai, c’è anche un altro parametro che va seguito: quello dei vaccini. Alle 12.43 di oggi, come indicato nel “Report vaccini anti Covid-19”, i cittadini vaccinati erano 118.713. Si tratta comunque di un numero troppo basso, che risente dei ritardi della campagna, che rischiano di provocare danni gravissimi dal punto di vista economico. Secondo una indiscrezione dell’agenzia di stampa Adnkronos, che cita “fonti qualificate”, infatti, il rallentamento nelle vaccinazioni comporta una rallentamento nella ripresa economica che aprirebbe la strada alla necessità di un nuovo Decreto Ristori, oltre al quinto decreto già pianificato. Dunque, un quadro complicatissimo, reso ancora più incerto dalla crisi di governo.

 

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