Crisi, Calenda a gamba tesa: “Una disdicevole farsa, va voltata pagina. Nessun sostegno a Conte”
Calenda a gamba tesa: la crisi di governo è «una disdicevole farsa. Uno scontro tra due ego in un momento drammatico per il Paese». Il leader di Azione Carlo Calenda, ospite di Start su Sky Tg 24, non usa mezzi termini nel riassumere situazione e punto di vista politico personale. Tanto che tuona: «Se Giuseppe Conte si presentasse al Senato non c’è nessuna possibilità di discutere un eventuale appoggio all’attuale governo» da parte dei due senatori del suo partito: Matteo Richetti ed Emma Bonino. Quindi tira dritto: «L’unica linea possibile è che ci sia un governo di salvezza nazionale».
Crisi di governo, Calenda: «Uno scontro tra due ego»
Quindi Calenda prosegue: «Tutta questa crisi è incomprensibile. Renzi ha parlato per un’ora della inadeguatezza di Conte, come se lui stesso non avesse mai fatto parte del governo. Salvo poi aggiungere che non ha nessuna preclusione su Conte premier. E che, o è molto confuso o è molto ipocrita. Dall’altro lato Conte è passato dall’arroccamento alla passeggiata in piazza, con l’atteggiamento di chi pensa di essere il “padre della Patria”. Anche perché – e così l’ex dem si toglie un altro sassolino dalla scarpa – il Pd gliel’ha fatto credere». Un fiume in piena, il leader di Azione che, oltre che in tv, parla anche con Repubblica, dalle cui colonne aggiunge che «i Dem l’hanno definito “grande punto di riferimento dei riformisti”, ma pochi mesi dopo averlo bollato come “il burattino di Salvini”. Così alla fine, riducendo tutto ai minimi termini e relativizzando la crisi al conflitto tra personalità in campo, Calenda insiste: «Tra Renzi e Conte è stato lo scontro tra due irresponsabili».
Calenda rilancia la “formula Ursula”
«Sono favorevole alla costruzione di un governo più largo – precisa a questo punto il leader di Azione –, con la “formula Ursula”, come in Europa. E con un premier adeguato al momento drammatico che l’Italia sta vivendo». Quindi la domanda sorge spontanea: un governo più largo? «Penso sia difficile per il metodo adottato», sottolinea poi il transfugo dal Pd. «La crisi è stata gestita estremizzando le posizioni. Molto dipende dal Pd, che ha il pallino in mano. Zingaretti deve capire che questa esperienza politica è finita. Va voltata pagina. D’altra parte il Pd aveva compreso che si era giunti al capolinea, ma per paura ha continuato a sostenere che non c’erano alternative. Per come si sono comportati i partiti non credo che Draghi, né alcun altro dotato di senno, si metterebbe nelle mani di questa classe dirigente politica».
«Può accadere di tutto»
Allora, cosa può accadere? «Di tutto – afferma Calenda –. Perché non è escluso un Conte ter. Né che ci si avviti in una crisi che porti a un governo di scopo per le elezioni a luglio, prima del semestre bianco. È tutto confuso e poco governato. Ma è chiara una cosa: l’idea di gestire l’Italia con una coalizione di partiti che si erano odiati e che avevano confermato un premier pur avendolo detestato, era una assurdità. Mi auguro che tutte le forze politiche non anti europeiste, si rendano conto che siamo in una condizione gravissima con 80 mila morti per Covid. In vista di una terza ondata dell’epidemia. E in una situazione economica e finanziaria disastrosa, e quindi si formi un governo di salvezza nazionale. Composto da persone che sappiano amministrare». Ossia: non con le “personalità politiche improvvisate” del governo in crisi oggi…