Crisi, dopo la Meloni anche Salvini seppellisce l’inciucio: «Noi mai al governo con il Pd»
L’ipotesi del governissimo o di qualsiasi altra formula cosiddetta di unità nazionale finisce nei gorghi nel mare di Palermo. A scaraventarvela è Matteo Salvini, giunto nel capoluogo siciliano per un incontro con i deputati regionali della Lega. «È veramente imbarazzante il teatrino che Conte e la sua maggioranza stanno offrendo», dichiara ai giornalisti accorsi a Palazzo dei Normanni. «Spero – aggiunge – che finisca il prima possibile. Se non hanno voglia di governare, noi siamo pronti». Ma è agli scenari di un eventuale dopo-Conte che i cronisti sono interessati. «La via maestra per me – ribadisce il Capitano – restano le elezioni. Sicuramente io non governo con il Pd».
Salvini ha parlato a Palermo
Un’affermazione netta, che segue quell’ancor più inequivocabile pronunciata nei giorni scorsi da Giorgia Meloni. «Mi interessa l’Italia, non fare il ministro o raccattare poltrone», aveva risposto la leader di FdI a chi le chiedeva se avesse accettato un incarico in un governo di tutti. Le parole di Salvini ora dovrebbero mettere fine ai ripetuti tentativi di minare l’unità del centrodestra. Tanto più che il leader del Carroccio offre anche un’ampia motivazione della propria indisponibilità ad un esecutivo di larghe intese. «Il Pd mi ha smontato i decreti sicurezza e vuole cancellare “quota 100“». Quanto ai Cinquestelle, taglia corto: «Abbiamo già dato».
«Conte squallido»
Ma la sferzata più vigorosa Salvini la riserva al premier, in affannosa ricerca di “responsabili” per salvare il suo governo. «Mi risulta che Conte è sempre attaccato al telefono a promettere mari e monti», attacca l’ex-ministro. Che ha gioco facile nel ricordare che l’Italia è alle prese con un campagna vaccinale partita con difficoltà. E con una pandemia in pieno dispiegamento. «Che passi il suo tempo non a risolvere i problemi degli ospedali e delle imprese ma a cercare parlamentari per salvare la sua poltrona è squallido». E svela: «È dal 10 dicembre che attendo un incontro. Mi disse: “Guardo l’agenda e ti chiamo”. O ha perso l’agenda o il telefono…».