De Luca, la crisi? «Abbiamo avuto ministri che altrove farebbero i parcheggiatori abusivi»
Crisi di governo, De Luca è una furia. Più o meno la solita furia. Ma stavolta alle prese con un’intemerata che, ad ampio raggio, coinvolge e travolge principi fondanti. Valori profondi. E dalla politica alla democrazia, passando per tecnici e anti-casta, il giudizio è severo. L’intemerata vibrante… Quella che scatena in collegamento sul web e che, quasi sempre, offre kil fianco a rivisitazione satiriche e a commenti improntati sul paradosso. E così, tornato a parlare in diretta Facebook, sulla crisi di governo non ha neppure bisogno di ricorrere ai suoi soliti toni epici o a epiteti originali quanto altisonanti. La situazione è già abbastanza drammatica. E gli attori in campo spesso – oggi poi, le consultazioni vedono protagonisti i 5S – al limite del parodistico. Un tutti contro tutti che sta tirando fuori il peggio dai più. Dunque il governatore della Campania non si sottrae al confronto. Forse ci sguazza anche. E come è ormai sua abitudine, si collega via social dove, tra strali e etichette naif, non risparmia nessuno. A partire dai suoi sodali di sinistra. O – o ex sodali – del Pd.
Crisi di governo, De Luca contro ministri, tecnici e burocrati in “delirio di onnipotenza”
«Abbiamo visto che quando si dà vita a governi di persone improbabili si fa fatica ad andare avanti», esordisce allora il presidente della Regione Campania nel corso di una diretta Facebook. Poi aggiunge, quasi mosso da un ancestrale senso di pietas: «Non voglio per delicatezza dire nominativamente quel che penso di alcuni ministri del Governo che si è dimesso. Ma – prosegue – ci sono stati ministri che in qualunque paese civile del mondo avrebbero fatto fatica ad essere impegnati anche come parcheggiatori abusivi. Chiudiamola qui. Adesso sono in corso le consultazioni. Poi avremo qualcuno incaricato di fare l’esploratore. Non perdiamo tempo, ci sentiamo la settimana prossima e vedremo di riflettere insieme quando ci sarà qualcosa di nuovo su cui riflettere».
De Luca sulla crisi, «Il tecnico faccia il tecnico: la politica spetta agli eletti dai cittadini»
Ma chi pensa che l’argomento (e le considerazioni palstiche) si esauriscano qui, si sbaglia. E infatti, a stretto giro, De Luca aggiunge. «In questo momento il Ministero della Salute è stato cancellato. In Italia non c’è più. C’è il commissario all’emergenza, un’altra bizzarria tutta italiana. Siamo nelle mani di tecnici, di burocrati, che qualche volta perdono la testa, vengono presi da deliri di onnipotenza e non capiscono quali sono i limiti della propria azione e della propria natura». Non solo. Non ancora pago prosegue, invocando un senso politico a sua detta non pervenuto e obiettivamente difficile da rinvenire: sia nei tecnici al governo. Tanto meno, nei portabandiera dell’anti-politica di scena oggi al Quirinale. E così tuona: «Il tecnico fa il tecnico. Le decisioni politiche e l’interlocuzione politica vengono fatte fra quelli che vengono eletti dai cittadini. Non da chi ha funzioni tecniche».
«Ma in questo momento la democrazia ha perso dignità»
Laddove, la parola chiave sembra essere proprio “eletti dai cittadini”. L’opzione da sempre proposta dal centrodestra. e su cui, anche in questa crisi, il giudizio sembra rimanere sospeso. Tanto che, in un rigurgito di obiettività, lo stesso De Luca, rimarca: «La democrazia è fatta anche di esempi, di pedagogia, di insegnamento, di dignità, altrimenti perde l’anima, perde il suo valore fondamentale. Se dovessi dire che la democrazia italiana in questo momento ha dignità, vi direi una cosa che non credo». Un giudizio severo, quello espresso online via facebook dal governatore campano, che non fa sconti alla situazione politica nazionale. E tanto meno ai suoi artefici e responsabili...
«Stiamo restituendo agli italiani un’immagine vergognosa: di mercato della politica»
Non a caso, sempre dall’agorà di Facebook, De Luca insiste: «L’immagine che sta arrivando dalle istituzioni ai cittadini italiani è un’immagine vergognosa. Di mercato della politica. Per un decennio c’è stato chi in questo paese ha detto che bisognava evitare questo mercato della contrattazione politica permanente. Il Movimento 5 Stelle ha detto che non avrebbe fatto alleanze con nessuno e che per questo si candidava a governare l’Italia. Qualcuno di noi, molto umilmente, faceva notare che per governare da soli bisognava avere il 51%. Che è difficile. E dunque, che bisogna immaginare anche di costruire delle alleanze. Bastava un po’ di buon senso per capire che era necessario ragionare così. Oggi siamo arrivati addirittura all’eccesso opposto. Non solo si parla di alleanze. Ma si va alla contrattazione parlamentare per parlamentare. A me pare che questa sia un’immagine indegna della politica e delle istituzioni, altro che la battaglia contro la casta. Stiamo assistendo a uno spettacolo vergognoso».